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Cronaca Villa Carcina

Esasperate da un vicino di casa, 14 famiglie ne chiedono l’allontanamento definitivo

Una situazione divenuta insostenibile: i condòmini di due palazzine hanno deciso di denunciare un loro vicino di casa.

Una denuncia circoscritta firmata da 20 persone contro un vicino di casa non propriamente tranquillo. È accaduto a Villa Carcina, dove 14 famiglie hanno deciso di sporgere una denuncia ufficiale, ai carabinieri, contro un uomo responsabile di numerosi episodi ben al di fuori della legalità. 

La situazione è compromessa da tempo, ma nelle ultime settimane ha preso una piega del tutto drammatica. L’episodio più emblematico è dello scorso 29 agosto, quando il responsabile dei tanti gesti deprecabili dopo l’ennesima lite consumatasi in strada, con tanto di minacce di morte rivolte all’”avversario” e a suo figlio, ha tentato di investire con la propria automobile un vicino di casa. Scansatosi all’ultimo, questi è riuscito a mettersi in salvo, non riuscendo tuttavia a scansare il proprio cane, un esemplare di Jack Russel investito e ucciso sul colpo. 

Fermato dai carabinieri solo alle tre di notte, alla Stocchetta, l’uomo è stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio. Non è la prima volta che si ricorre al ricovero coatto, i condomini delle due palazzine sono preoccupati che una volta uscito dall’ospedale l’uomo riprenda la vita di prima, da qui la denuncia e l’appello per una risoluzione definitiva del problema. 

Debitamente informato dei fatti, il primo cittadino di Villa Carcina, Gianmaria Giraudini, è intervenuto sulle colonne del Corriere della Sera: «Ho ricevuto l’esposto firmato da 14 famiglie. Sono molto preoccupato perché il Comune non ha possibilità di intervenire direttamente. Ho sollecitato risposte chiare al Dipartimento di salute mentale di Rovedolo. Dobbiamo tutelare la comunità e chi ne ha facoltà deve dare risposte precise e prendere in carico la cura di questa persona, non solo nei momenti acuti. Garantire una cura efficace significa assicurare una vita migliore a questa persona e, se possibile, permettergli di ritrovare un ruolo in società. Intanto, però, anche la società va salvaguardata». 

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