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Cronaca

Poste Italiane condannate per un bando discriminatorio

Il bando di vendita per alcune proprietà, secondo il tribunale di Brescia, è discriminatorio in quanto tra i requisiti include la cittadinanza italiana

Il tribunale di Brescia ha deciso che il bando di vendita di Poste per la vendita di alcune su proprietà immobiliari è discriminatorio e deve perciò essere modificato. Motivo: il requisito della cittadinanza italiana per poter accedere all’acquisto. La sentenza arriva a seguito del ricorso presentato il luglio scorso da Fondazione Piccini, associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione e Camera del Lavoro, che prima di ricorrere per vie legali avevano chiesto a Poste Italiane la modifica del bando, inutilmente. In proposito, si era espresso anche l'Ufficio nazionale antidiscriminazione, che si rifà alla presidenza del Consiglio, il 4 luglio 2011, riconosciendo che "il disciplinare in questione [..] può essere considerato atto a contenuto discriminatorio", e sollecitava quindi la modifica del bando.

"A tali solleciti", racconta la Cgil, "Poste italiane non aveva però dato risposta ma, anzi, aveva affermato che 'il programma di vendita degli alloggi aziendali è disciplinato dalla Legge 24 dicembre 1993, n°560 e che tra i requisti c'è anche quello della cittadinanza'. Da qui il ricorso e l'udienza durante la quale l'avvocato di Poste italiane ha ammesso l'errore dei termini di predisposizione del bando".

"Con l'udienza di oggi viene riconosciuto", conclude infine la Cgil, " il fondamentale principio di parità tra italiani e stranieri. Suscita perplessità il fatto che, nonostante i richiami fatti prima dalle associazioni e poi dallo stesso Unar, Poste italiane abbia riconosciuto l'errore solo in sede processuale". Poste italiane dovrà pagare 3mila euro di spese legali.

 

 

 

 

 

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