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Staminali, in tribunale con l'ambulanza: «Fatelo curare al Civile»

A Torino un padre porta in ambulanza a Palazzo di Giustizia il figlio 39enne affetto dalla sindrome di Niemann Pick, per chiedere di poterlo curare: "Volevo che il giudice lo vedesse"

In ambulanza a Palazzo di Giustizia, a Torino, per chiedere che il figlio possa essere curato con la terapia a base di cellule staminali bloccata dall'Aifa e al centro di un'inchiesta della magistratura. Un padre di San Carlo Canavese (Torino), Luigi Bonavita, ieri ha organizzato il complesso trasporto del trentanovenne Salvatore, affetto dalla sindrome di Niemann Pick e non più autosufficiente, in occasione dell'udienza in cui si discuteva il suo ricorso. "L'ho portato qui - ha detto - con grandissima sofferenza. Volevo che il giudice lo vedesse per capire quanto sia importante questa cura".

Salvatore, però, all'udienza non ha potuto essere presente: l'aula è al secondo piano del Palazzo, in una zona che non è raggiungibile con un ascensore grande abbastanza per fare entrare la barella. La terapia in questione è quella messa a punto dalla "Stamina Foundation" di Davide Vannoni, di Udine, docente applicato di scienze cognitive, su cui sta indagando da un paio d'anni il pm Raffaele Guariniello insieme ai carabinieri del Nas: gli inquirenti procedono per associazione per delinquere, truffa, somministrazione di farmaci pericolosi. Il centro si trova all'ospedale Civile, ma è stato bloccato dall'Aifa, che durante le ispezioni ha rilevato delle irregolarità. Luigi Bonavita (che fa parte del direttivo dell'Associazione italiana Niemann Pick onlus), ha pure un'altra figlia, Erika, colpita dalla stessa sindrome, ed è invece convinto dell' efficacia del metodo "Stamina".

"Salvatore - spiega - è già stato sottoposto alla terapia nel 2008 con buoni risultati. Le cellule non sono né tossiche né dannose, tanto è vero che in tutto questo tempo non ci sono stati eventi avversi. Oggi abbiamo presentato al giudice la documentazione, relativa anche ai casi di altri pazienti, che lo dimostra senza ombra di dubbio. Non si tratta di una sperimentazione ma di cure compassionevoli e completamente gratuite: non c'é truffa".

Il giudice ha aggiornato la causa al 19 febbraio. La scorsa settimana il tribunale di Torino ha respinto la richiesta per Erika, accordando i trattamenti con staminali solo in centri autorizzati dal Ministero della Salute: "E io - afferma - non sono ancora stato capace di dirglielo". In altre città italiane i giudici hanno già autorizzato le cure a Brescia.

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