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Cronaca

Stefania uccisa a martellate in un garage: l'ombra della premeditazione

Un amico dell'omicida ha portato la vittima nella casa dell'ex amante del marito: solo in seguito ha scoperto cosa era successo

Una vicenda sempre più inquietante, con l'ombra sempre più scura della premeditazione. Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire come siano andate esattamente le cose, quel che emerge dalle testimonianze e da ciò che trapela lascia già presagire che i contorni della vicenda siano decisamente criminali. 

A prelevare Stefania Crotti all'uscita dal lavoro sarebbe stato un amico di Chiara Alessandri, la donna rea confessa dell'omicidio. Fatta salire con una scusa sull'auto, Stefania è stata portata dall'uomo presso l'abitazione della Alessandri, desiderosa, a detta dell'amico, di chiarirsi con la donna che le aveva "rubato" l'amore. A confermare l'estraneità dell'uomo con l'assassinio ci sarebbe la sua deposizione spontanea presso i carabinieri. Una volta appresa la scomparsa di Stefania infatti l'uomo si è recato dai carabinieri per rivelare il "piacere" che aveva compito per Chiara. 

L'omicidio sarebbe avvenuto nel garage della casa della Alessandri, probabilmente con un martello, lo stesso ritrovato nei pressi del cadavere carbonizzato nel vigneto di Erbusco. Proprio il luogo del tentativo di cremazione, e le analisi dei filmati dei caselli dell'autostrada, sarebbe un elemento centrale per l'ipotesi - da confermare - della premeditazione: secondo quanto emerso, pare che la Alessandri nei giorni precedenti al ritrovamento del cadavere abbia compiuto diversi viaggi dalla Bergamasca fino ad Erbusco, forse con l'obiettivo di individuare un luogo idoneo al suo scopo. 

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