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Ristrutturazione scolastica a Borno e Cedegolo: «Chissà che fine faranno»

Una parola che già pesa come un macigno, dimensionamento, e gli istituti di Cedegolo e Borno che saranno "dati a reggenza", quasi un commissariamento. Il preside De Amicis: "Dobbiamo fare un ragionamento storico"

Qualche buona notizia, come l’immissione in ruolo per 403 docenti, poi un mare mosso, anzi agitato, dopo la tempesta scatenata dalla spending review, e la pubblicazione (da parte dell’Ufficio Scolastico regionale lombardo) dell’elenco definitivo delle istituzioni scolastiche che saranno soggette a ridimensionamento, nell’ottica di quella “razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica” che anche nel bresciano dovrebbe colpire dieci scuole lungo la Provincia, Erbusco e Castelcovati, Brescia città e Valcamonica.

Si sentirà parlare molto proprio di Valcamonica: all’Istituto Zandrini di Cedegolo al momento ci si trova in “un periodo tranquillo”, ma genitori ed ente stesso sanno di trovarsi in una “situazione precaria” di cui ancora non si sa molto, in fondo siamo in piena estate. Un po’ come all’Istituto Comprensivo di Borno, che raggruppa la scuola primaria e dell’infanzia, oltre alle scuole medie, più le primarie di Ossimo, Superiore e Inferiore, e di Lozio, e ancora “chissà che fine faranno le nostre scuole”.

“Lo scorso anno il dirigente provinciale prof.ssa Raimondi – racconta a BresciaToday il dirigente scolastico Giuseppe De Amicis – ha fatto un giro in Valcamonica, ci siamo incontrati a Breno con altri presidi e altri dirigenti. Abbiamo parlato di accorpamenti, tra Borno e Cividate (con Malegno) e tra Capo di Ponte e proprio Cedegolo. Si tratta di un ragionamento storico, un solo istituto e diverse scuole nella loro massima estensione, Malegno e Cedegolo, Cogno e PianBorno, l’Annunciata e Lozio, Ossimo Superiore e Inferiore”.

“Ho commissionato agli insegnati dell’Istituto una corposa ricerca, un’affannosa caccia agli archivi, anche la storia ha la sua importanza, per non dimenticare le proprie radici, per dare una mano anche ai giovani. Un tempo c’erano tantissimi bambini (oltre 1550 iscritti, ndr), e tanta voglia di insegnare, perché lo Stato ci teneva davvero e gli insegnanti, laici o sacerdoti, ci mettevano anima e corpo, tanto che venivano pure pagati in natura, a volte lo stipendio era una chimera”.

I tempi sono cambiati, nel secolo del debito pubblico e di quella parola che suona così strana, dimensionamento. “Personalmente mi sarei aspettato già da quest’anno l’accorpamento, se vogliamo parlare di ottimizzazione – continua De Amicis, da Vezzo d’Oglio – e invece si dovrà aspettare (forse) l’anno scolastico 2013/2014”. E intanto che succede? “Sia Cedegolo che Borno saranno dati e gestiti a reggenza”. Detto in altre parole, un quasi commissariamento.

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