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Cronaca Pralboino

Foresti: "Aereo caduto in mare". Arrivano esperti della Concordia

Nulla di nuovo nelle ricerche al largo delle isole di Los Roques. Dall'Italia, intanto, sono partiti gli esperti della Protezione Civile

Quinto giorno di ricerche, ancora niente. Ma se le ricerche continuano e le famiglie Foresti e Missoni si aggrappano ancora a qualche flebile speranza, prende sempre più corpo l'ipotesi che l'aereo sul quale viaggiavano tra Los Roques e Caracas quattro italiani sia precipitato in mare.

A Gran Roque è spuntata ieri sera la testimonianza di un pescatore locale, che al Tg1 ha affermato di aver visto il velivolo "scendere giù in picchiata verso il mare". E anche il generale di brigata venezuelano Lorllys Ramos, che sta coordinando le ricerche, taglia corto: "L'ipotesi che riteniamo più concreta è che il velivolo sia precipitato in mare per cause che non conosciamo".

Insomma, altri scenari come un presunto dirottamento da parte dei narcos sembrano ormai essere scartati dagli investigatori venezuelani. "A breve - ha annunciato comunque Ramos - avremo le informazioni del Gps che era a bordo: ci permetteranno di ottenere qualche elemento in tal senso e capire se dobbiamo riprogrammare e spostare le ricerche". "Deve essersi trattato di un evento improvviso e catastrofico", che non ha dato tempo al pilota di intervenire, ha confermato anche l'ambasciatore a Caracas, Paolo Serpi.

Le indagini vanno comunque avanti a pieno ritmo. A essere setacciato, con dei focus più approfonditi in diversi punti (anche dove i fondali arrivano ai 4 mila metri), è lo specchio di mare scenario della scomparsa dell'Islander, che aveva fatto il suo primo volo il 4 novembre del 1968: quasi 45 anni fa. Sulla scia del lavoro congiunto di questi giorni con Caracas, domani partiranno per il Venezuela uomini della Protezione Civile italiana, in modo da fornire assistenza e consulenza alle strutture locali. Nel pool ci sarà anche un esperto che ha diretto le operazioni durante l'emergenza della nave Concordia.

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Nell'area si trova d'altra parte Luca Missoni, fratello di Vittorio, che si trovava a bordo dell'aereo insieme alla moglie Maurizia Castiglioni e ai coniugi bresciani Foresti. Luca, che é un esperto pilota, lancia una sorta di appello: è necessario "continuare a cercare, c'é sempre una possibilità", dice, rilevando la "cordialità e serietà" riscontrata dagli esperti venezuelani. Di certo c'é però che per ora non sono apparsi resti o rottami di alcun tipo.

"Non essendoci alcuna evidenza, se non quella della scomparsa dell'aereo.. è impossibile fare qualsiasi ipotesi", precisa il presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, Bruno Franchi. Le indagini paiono comunque orientate proprio su un'emergenza improvvisa, un attimo fatale - forse un fulmine - che avrebbe impedito al pilota, il 72/enne German Marchal, di intervenire. Se la tesi dell'impatto in mare fosse vera, e tenendo conto che ormai sono passati cinque giorni dalla scomparsa, i resti dell'Islander potrebbero essere stati trascinati dalle correnti verso ovest, fino alla terraferma venezuelana.

E' un 'percorso' che gli esperti della zona conoscono bene. Anche perché negli ultimi anni sono stati numerosi gli incidenti verificatesi sulla rotta. "E' probabile che, così come già avvenuto in passato, i resti che galleggiano sul mare vengano trascinati verso la costa della penisola di Paraguanà, oppure verso le Playas de Arao o San Juan de Los Cayos", si afferma a Caracas, indicando una serie di località dello stato di Falcon che si affaccia sul Mar dei Caraibi. E proprio le autorità di Falcon hanno oggi fatto sapere di aver dispiegato "una cinquantina di uomini della protezione civile", in particolare nella zona di Paraguanà.

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