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Cronaca Sonico

Contrabbandieri di rane nei laghetti, razziate a migliaia: "Finiscono in padella"

L'allarme lanciato dalle Guardie ecologiche volontarie: a Sonico e Braone la razzia delle rane dai laghetti, poi allevate e rivendute abusivamente

L'allarme è stato lanciato dalle Guardie ecologiche volontarie, il Servizio di vigilanza ecologica attivo anche in provincia di Brescia da più di 30 anni, dal 1986: massima allerta per la scomparsa (forzata) di rane e ranocchie dai laghetti e dalle pozze della Valcamonica. Prelevate dall'uomo e destinate a fare una brutta fine: o rivenduti al mercato “nero”, oppure cucinate in padella.

Ladri di rane

Le ultime razzie accertate si sarebbero verificate nel laghetto della Val Malga, in territorio di Sonico. Ma qualche settimana fa i “contrabbandieri” di rane avrebbero colpito anche nella zona di Braone.

Funziona così, spiegano le Gev: i ladri di rane si appostano di notte, durante il periodo della riproduzione, fanno man bassa dei preziosi anfibi (anche a centinaia alla volta) per trasferirli nei laghetti privati, dove vengono allevati abusivamente e poi rivenduti, sia per finire in altri laghetti privati, sia per essere fritte o cucinate come da tradizione.

Le norme

Non vanno dimenticate le normative che regolamento la tutela degli anfibi anche in Lombardia. Sul territorio regionale, salvo commi ed eccezioni, è vietata la cattura, l'uccisione volontaria e la detenzione a qualsiasi fine, a tutti gli stadi di sviluppo, delle specie di anfibi e rettili autoctoni della Lombarida compresi in apposito elenco regionale.

Comunque vada, dal 1 ottobre al 30 giugno di ogni anno (e quindi anche adesso) è vietata la cattura di tutte le specie di rane. Nel restante periodo dell'anno è consentita la cattura di rane verdi adulte e rane rosse, per una quantità giornaliera non superiore a 30 individui complessivi a persona. La cattura di rane, tutto l'anno, non è comunque ammessa di notte, dal tramonto all'alba.

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