Scontri di Cremona, dietro alle sbarre leader bresciano di casa Pound
Guido Taietti, esponente di spicco di Casa Pound e titolare di un pub di Pontevico, dovrà rispondere di tentato omicidio e rissa aggravata. È accusato di avere ridotto in coma un'antagonista durante la maxi-rissa avvenuta a Cremona lo scorso gennaio.
Le indagini sugli scontri - sfociati in una guerriglia urbana - tra i giovani dei centri sociali e i militanti di Casa Pound, avvenuti lo scorso 18 gennaio a Cremona, nei quali era rimasto gravemente ferito l'antagonista Emilio Visigalli, hanno portato nel bresciano.
Giovedì notte uno dei leader di Casa Pound, Guido Taietti, è stato stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il trentenne, titolare di un bar di Pontevico, è accusato, con il cremonese Gianluca Galli, di aver ridotto in coma l'antagonista e dovrà rispondere di tentato omicidio e rissa aggravata.
Entrambi i militanti di destra, durante gli interrogatori di garanzia, hanno respinto le accuse, insistendo sul fatto di essere più vittime che assalitori, e di non aver colpito Visigalli. I legali hanno chiesto la revoca degli arresti, su cui si esprimerà il gip tra lunedì o martedì, chiamato a pronunciarsi anche sull'istanza di derubricazione del capo di imputazione per tentato omicidio.
Il bilancio dell'operazione della Polizia ha portato a 16 arrestati ( 7 sono militanti del centro sociale Dordoni e 9 di Casa Pound) di cui 12 sono ai domiciliari.
Secondo gli investigatori non c'è stato alcun agguato da parte dei neofascisti, ma sarebbero stati gli esponenti del centro sociale a organizzare la resa dei conti.