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Cronaca

Il social network della pedofilia: denunciato 35enne bresciano

Una vasta operazione della Polizia Postale di Udine e del Centro Nazionale contro la Pedofilia di Roma: decine e decine di denunciati, da Nord a Sud, che facevano parte di un vero e proprio social network della pedopornografia

Un indagine lunga poco più di un anno, partita da Udine e che ha coinvolto almeno una ventina di province italiane, da Nord a Sud, da Roma a Palermo, da Milano a Torino, da Monza a Bari. Quasi un social network della pedopornografia, che avrebbe coinvolto centinaia di persone (in tutto sono 24 gli indagati) di ogni estrazione sociale e di ogni età, compreso un impiegato bresciano di 35 anni, residente proprio in città.

Tra chi adescava le giovani vittime su Skype, WhatApp e Facebook, tutte ragazzine minorenni di età inferiore anche ai 14 anni, e chi invece gestiva il ‘racket’ delle immagini, delle fotografie e dei filmati che venivano scambiati tra i ‘membri’ della community dei pedofili. Da Roma, e da Udine, il via alle indagini che hanno permesso il sequestro di una ventina di computer, una cinquantina di hard disk e oltre 500 cd o dvd, schede usb e telefoni cellulari.

Indagini avviate a seguito della denuncia di una giovane coppia e della loro bimba, una ragazzina di 12 anni che era stata convinta con l’inganno a inviare immagini e video erotici all’adescatore della rete. Tra i denunciati, fanno sapere gli inquirenti che hanno condotto l'operazione 'Micione mio', anche due ultra 65enni, e un 70enne sardo.

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