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Cronaca Esine

La folle lite, poi il feroce omicidio: massacrato per una sigaretta

Il triste e tragico epilogo di una convivenza difficile: Bettino Puritani è accusato di omicidio volontario. Vincenzo Arrigo aveva 59 anni: era stato un teste per il processo di Piazza Loggia

In paese c'è chi parla, inevitabilmente, di una tragedia annunciata: la convivenza tra i due amici non è mai stata delle migliori, e le urla e i continui litigi non facevano presagire nulla di buono. Ma è chiaro che nessuno si sarebbe mai aspettato un efferato omicidio sul pianerottolo di casa. Stando alla prima ricostruzione dai carabinieri, sulla base della versione raccontata da Bettino Puritani, il 53enne arrestato con l'accusa di omicidio volontario, il primo ad aggredire sarebbe stato Vincenzo Arrigo, 59 anni, colui che poi sarà la vittima dell'ennesima lite, stavolta finita in un bagno di sangue.

Un folle litigio per una sigaretta

I due avrebbero litigato per una sigaretta, con la mente probabilmente offuscata dai fumi dell'alcol. Puritani sarebbe andato in giro per “scroccarne” una, o per trovarne una mezza spenta da qualche parte: ma a quell'ora, erano le 23 di sabato, in quella piccola frazione di Esine non c'era in giro nessuno. Così Puritani è tornato a casa senza niente da fumare, e per Arrigo sarebbe stato un affronto imperdonabile.

Dunque sarebbe stato Arrigo il primo a prendere in mano il podèt, la roncola, nel tentativo di aggredire Puritani. Quest'ultimo però l'avrebbe rapidamente disarmato, dopo essere stato comunque lievemente ferito, e in preda alla furia del momento avrebbe colpito più e più volte il suo coinquilino, lasciandolo poi a terra in un bagno di sangue. Quando sono arrivati sanitari e carabinieri il 59enne era già morto, e Puritani era ancora lì, immobile, con l'arma del delitto tra le mani.

I lunghi mesi di una difficile convivenza

Una storia di difficile convivenza, dicevamo, in una situazione di degrado e difficoltà sociale. Vincenzo Arrigo si era trasferito dall'amico Bettino ormai circa otto mesi fa: stava scontando una condanna ai domiciliari per stalking nei confronti dell'ex compagna. A parte un ricco curriculum di reati contro la persona o il patrimonio, Arrigo è noto alle cronache giudiziarie quale teste decisivo per la condanna di Maurizio Tramonte, condannato all'ergastolo insieme a Carlo Maria Maggi per la strage di Piazza della Loggia.

Arrigo era compagno di cella di Tramonte, che proprio a lui si sarebbe confidato, raccontando della sua presenza in piazza il giorno della strage, con tanto di fotografia a corredo. Chiamato a testimoniare ormai più di un decennio fa, il 59enne ucciso a Esine racconterà di quelle confessioni, e riconoscerà la fotografia. Altre prove che porteranno all'ergastolo di Tramonte.

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