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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Bedizzole / via Aldo Moro

La tragica fine di Francesca: picchiata e strangolata al parco pubblico

Non ha ancora un volto l’uomo che ha ucciso Francesca Fantoni, la 39enne di Bedizzole trovata morta al parco. Sentiti dai carabinieri tutti i ragazzi che, sabato sera, erano insieme a lei nel bar dov’è stata vista per l’ultima volta.

Picchiata, strangolata infine trascinata in un angolo nascosto del parco, dove nessuno poteva facilmente accorgersi del suo corpo senza vita. Questa la tragica fine di Francesca Fantoni: brutalmente uccisa lo scorso sabato sera, a pochi passi dalla sua casa e all’ombra del Luna Park allestito nella piazza principale di Bedizzole. 

Gli ultimi istanti di vita 

Aveva solo 39 anni Francesca, anche se ne dimostrava molti di meno: affetta da problemi cognitivi, frequentava persone di gran lunga più giovani di lei. Tutti del paese. E proprio in compagnia di un gruppetto di 20enni è stata vista l’ultima volta. Erano le 20.30 di sabato sera, quando le telecamere interne del bar Le Terrazze di Bedizzole l’hanno inquadrata: rideva e scherzava con alcuni giovanissimi.

Il suo sguardo si è poi improvvisamente incupito all’arrivo di un altro ragazzo, con cui sembra aver avuto un secco scambio di battute. Insieme a lui è uscita dal locale che si affaccia su piazza Europa, dove in questi giorni è stato allestito il Luna Park. Proprio lì si sarebbero diretti e sarebbe stato poi trovato, in frantumi, lo smartphone della giovane di cui poi si sono perse le tracce.

A nemmeno 24 ore dalla denuncia di scomparsa, la macabra scoperta dei carabinieri: il cadavere di Francesca giaceva in un angolo del parco di via Aldo Moro, a nemmeno 100 metri di distanza da piazza Europa.

Le indagini 

Nelle ore successive al ritrovamento del cadavere di Kekka - così la 39enne era chiamata in paese - le indagini dei carabinieri si sono concentrate proprio sui racconti e sulle testimonianze delle persone che hanno condiviso con la giovane quelli che si sono poi rivelati essere i suoi ultimi istanti di vita. In caserma, a Desenzano, sono state ascoltate diverse voci, ma nessuno - ribadiscono con fermezza i militari - è stato interrogato.

I sospetti si concentrerebbero soprattutto su un 29enne del paese, anche lui affetto da problemi cognitivi, ma alla stato attuale il giovane - a lungo ascoltato dai militari che si sarebbero anche recati anche nella sua abitazione - non risulta indagato.  

Ignoto l’assassino, sconosciuto il movente, resta la profonda ferita di una comunità intera.  Una ragazza buona come il pane, così tutti descrivono Francesca: viveva con la madre e pochi anni fa aveva perso il papà per una malattia. Una famiglia conosciuta e stimata: per tanti anni il padre della 39enne aveva gestito la principale concessionaria del paese. 

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