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Cronaca Montichiari / Vighizzolo

Aria irrespirabile a Vighizzolo, Gedit riaperta... con riserva

Prosegue la battaglia del Comitato SOS Terra Montichiari, in un'area in cui si potranno contare ben undici discariche, e un odore nauseabondo "che ricorda le carogne e i topi morti". Presto la valutazione ambientale

Undici discariche. Questo il preoccupante bilancio dell’area di Montichiari e dintorni, una zona tartassata dagli odori e dal malessere diffuso a causa di un’aria che giorno dopo giorno diventa sempre più irrespirabile. Una zona che rientra a pieno titolo in quella vasta area che parte da Brescia e che diversi studi hanno già definito come una delle zone più inquinate d’Italia e d’Europa. Nei giorni scorsi si è parlato tanto della discarica Gedit di Vighizzolo, chiusa prima a maggio e poi a fine settembre, riaperta in via provvisoria poco meno di una settimana fa, in attesa dei risultati delle nuove indagini e dei nuovi sopralluoghi.

“Confidiamo di ottenere presto il dissequestro della discarica – fanno sapere dalla Gedit – Il giudice ha confermato che nei pressi dell’area di stoccaggio non sono state registrate concentrazioni di sostanze inquinanti in proporzioni che superano la soglia fissata dalla legge”. L’ennesima sconfitta dei cittadini, l’ennesima vittoria del fetore? Su questo (e su tanto altro) lavora con costanza il Comitato SOS Terra Montichiari, che da tempo si batte per ridare aria pulita ai cittadini non solo di Montichiari, e che dopo Sos Diskariche Rock Live si prepara al nuovo incontro pubblico dell’11 novembre, per dire no alla discarica di amianto EcoEternit, e al grande evento per la raccolta fondi di domenica 11 dicembre, con la partecipazione dei Nomadi.

Il live dei Nomadi serve a finanziare un vasto progetto di valutazione ambientale che durerà circa un paio d’anni. “Con la Gedit abbiamo ottenuto un piccolo risultato, anche se provvisorio – ci spiega Gianluigi Rosa del Comitato SOS Terra – ora questa discarica è aperta in regime controllato, e con piacere possiamo notare che passano molti meno camion. Loro ci hanno sempre detto che l’odore che si sente è quello del letame, ma noi siamo nati in campagna, lo conosciamo bene il letame. E l’odore che sentiamo è un fetore di carogna, di topo morto.. per questo la gente è insorta, con denunce e carte, abbiamo fatto denunce all’Arpa e all’Asl. Se l’hanno chiusa vuol dire che qualcosa di sbagliato lo hanno trovato!”.

Un piccolo passo in una battaglia difficile e dispendiosa, che durerà ancora a lungo. Ma che potrà ricevere un aiuto concreto dai risultati della tanto attesa valutazione ambientale, presentata nei dettagli dall’ingegner Magro (che tra l’altro collabora anche con l’Organizzazione Mondiale della Sanità) che ne sarà il supervisore. “In questo lavoro ci crediamo davvero tanto – continua Gianluigi – si tratta di una cosa molto complessa e complicata, verranno utilizzati anche dei satelliti, un’operazione unica in Italia che ci permetterà finalmente di capire cosa si nasconde in quei maledetti dieci kmq”.

“Quasi nessuno è riuscito a mettere il becco nelle nostre tante discariche. Noi andremo avanti con questo spirito e con le nostre forze”. Perché i tempi sembrano propizi, e forse qualcosa sta cambiando: i cittadini sembrano non farcela più, sembrano non sopportare più. Tanto che anche l’amministrazione lo ha capito, e parteciperà con cospicui investimenti alla valutazione ambientale che ha già preso una prima forma concreta.

“Descrivere la puzza non è facile – si legge nel blog No Amianto a Montichiari – Se non la senti non puoi capire cosa significa vivere in sua presenza. Non comprendi cosa significa aprire le finestre la mattina e aver voglia di vomitare, uscire in giardino e vedere i bimbi che provando fastidio, respirare e avere il dubbio di inalare qualcosa di tossico, di nocivo e semplicemente non sano. La puzza della Gedit è fastidiosa, insopportabile, vomitevole. E’ molto simile al tanfo della carne marcia che ti ritrovi al ritorno dalle ferie nel freezer che si è spento. Vighizzolo spesso è così, un grande freezer sbrinato pieno di carne in putrefazione”.

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