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Cronaca Padenghe sul Garda

Aggrappati a un sottilissimo filo di speranza per la vita di Pietro

Proseguono le ricerche dell'apneista disperso da sabato nelle acque del lago di Garda: si era immerso a Padenghe, si cerca anche a Moniga. Le preghiere della famiglia per il destino del 34enne Pietro Simeone

Pietro Simeone potrebbe essere morto (e annegato) a causa di un malore. Ma è ancora un'ipotesi: perché le ricerche proseguono, e i familiari rimangono aggrappati ancora ad un filo sottilissimo di speranza. Si era immerso sabato mattina, nella spiaggetta di Via San Cassiano a Padenghe, di fronte al ristorante Salfor: sceso in acqua per una battuta di pesca in apnea, da solo, forse a 'caccia' di lucci.

Accompagnato a lago da un amico di Desenzano che poi era tornato in zona, ma non l'aveva più visto riemergere. Proprio lui aveva lanciato l'allarme, alle 15 di sabato: da allora le ricerche non sono mai state sospese. Domenica mattina è stata ritrovata la sua boa, dove ancora vi era legata la plancetta – una tavola che funge sia da portaoggetti che da segnalatore – e tre piccoli fucili.

Il campo base delle ricerche è stato allestito a Moniga del Garda, ma si 'scava' anche a Padenghe. Sul campo sono impegnati a decine: Vigili del Fuoco e Carabinieri, la Polizia Locale, la Guardia Costiera, i Volontari del Garda. Le prime ipotesi: sembra che Simeone si fosse diretto verso nord, e quindi verso Moniga, con l'intenzione di tornare dove si era immerso. Ma qualcosa è andato storto.

Nessun segno di un eventuale scontro con una barca, né tracce di sangue sugli oggetti finora ritrovati: ecco perché prende piede l'ipotesi del malore. In queste ore ancora vola l'elicottero dei Vigili del Fuoco, Drago82 decollato da Malpensa. In acqua sono in azione anche i sommozzatori dei Nuclei di Milano e di Trento. Pietro Simeone ha 34 anni e vive a Parma.

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