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Cronaca Manerbio

Figlia strangolata e gettata sotto un ponte: la mamma chiede ancora giustizia

Sono passati quasi 30 anni dal brutale omicidio di Monia Del Pero: venne uccisa a Manerbio dal suo ex fidanzato, poi ritrovata sotto un ponte

A trent'anni esatti dalla sua morte, l'appello disperato di mamma Gigliola Bono: “Mia figlia non deve essere trattata come una vittima di serie B, ma equiparata alle vittime di mafia e di terrorismo”. Sono queste le parole della madre di Monia Del Pero, uccisa a Manerbio nel dicembre del 1989 dal suo ex fidanzato. Aveva solo 19 anni, Monia: venne strangolata, messa in un sacco della spazzatura e buttata sotto il ponte.

La questione del risarcimento

Anche il suo ex ragazzo all'epoca aveva 19 anni: dopo una lunga trafila giudiziaria, è stato condannato a 10 anni e 8 mesi, oltre a un cospicuo risarcimento. Di cui però è stata pagata solo una parte: è su questo che la madre Gigliola adesso punta i piedi, in vista della prossima udienza (fissata per il 20 maggio) per un'altra puntata della vicenda.

Il brutale omicidio

Erano stati insieme sei mesi, Monia e il suo fidanzato. Circa sei mesi più tardi i due s'incontrarono: l'aveva chiamata lui con una scusa, dicendole di volerle fare un regalo e ridarle le foto che avevano scattato insieme. Niente di tutto questo: quel giorno, era il 13 dicembre, Monia venne strangolata e uccisa, messa in un sacco nero e gettata sotto un ponte.

Il giovane finse di non saperne nulla, almeno per qualche giorno: aveva addirittura partecipato alle ricerche, finché si credeva fosse “solo” una ragazza scomparsa. Ma non sarebbe mai riuscito a convivere con quel terribile rimorso: in lacrime si presentò dai carabinieri, e confessò tutto. Poi l'arresto e la condanna. E adesso un nuovo capitolo, quello del risarcimento.

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