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Cronaca

Le mani della 'ndrangheta su Expo e il mega centro di Arese: coinvolti dei bresciani

Dalla Calabria erano arrivati a Milano con le idee precise. Con un solo obiettivo in mente: permettere alle loro aziende, ai loro prestanome, di infilarsi in tutti i grandi affari. E, secondo la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ci erano riusciti. 

Martedì mattina, la Guardia di Finanza della provincia calabrese - su richiesta proprio della Dda - ha eseguito una vasta operazione anticrimine portata avanti tra le province di Milano, Brescia , Reggio, Catanza, Catania, Bergamo, Bologna e Mantova, nei confronti di un gruppo di persone - si legge nella nota - “ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, induzione alla prostituzione, detenzione illecita di armi da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso”. 

Nell’ambito dell’operazione i finanzieri hanno messo le mani su auto di lusso, case, palazzi, moto e conti correnti - tutti riconducibili agli indagati - per un valore complessivo di oltre quindici milioni di euro. Gli indagati, questa la convinzione della Dda, avrebbero preso parte - con le loro aziende "fantasma" - ad alcuni lavori per grandi opere i cui appalti sarebbero stati ottenuti “anche con il ricorso di metodo mafiosi”.

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