Fabbrica chiusa, ricerche serrate: emergono tensioni con il fratello Adelio

Non si sono ancora concluse in Valtrompia le ricerche di Mario Bozzoli, l’imprenditore di 50 anni scomparso ancora giovedì ma per cui le speranze di trovarlo ancora vivo sono ormai ridotte allo zero. Nelle ultime ore è stata passata al setaccio anche la fabbrica di famiglia, la Fonderia Bozzoli di Marcheno, nelle ore che verranno si riprenderà la pista della montagna, con i cani molecolari arrivati da Firenze e impegnati su più fronti.

Si cerca un cadavere: queste le parole che nella tarda serata di lunedì hanno spezzato l’inerzia complessa di ricerche prima a tappeto – e proseguite per un intero weekend – e poi invece in zone specifiche, con la collaborazione fondamentale dei Carabinieri e dei Ris di Parma. L’ipotesi più macabra non viene ancora esclusa: Mario Bozzoli potrebbe essere stato gettato in uno dei forni di fonderia.

Là dove le fiamme arrivano a bruciare a quasi 1000 gradi, e di residui organici ne rimarrebbero ben pochi. Si cercherebbe dunque tra gli scarti di lavorazione, basterebbe un solo indizio. La fabbrica intanto è stata chiusa e posta sotto sequestro, la produzione bloccata. Con il passare dei giorni emergono anche nuove indiscrezioni: Mario giovedì sarebbe stato a Soiano, sul Garda, e poi avrebbe telefonato alla moglie per avvisare del suo rientro.

Altro particolare, ma ancora tutto da verificare: sarebbero emerse divergenze, fonti investigative le hanno definite ‘tensioni’, tra Mario Bozzoli e il fratello 59enne Adelio. Tensioni che l’avvocato Patrizia Scalvi, legale della famiglia dell'imprenditore scomparso, ha definito come semplici e normali screzi che posso occorrere tra fratelli. I due sono i titolari dell’azienda di famiglia fondata decenni fa dal padre Giacomo. Un’azienda in salute, che fatturava più di 40 milioni di euro all’anno, e pare già in procinto di espandersi, con l’apertura di un nuovo stabilimento a Bedizzole.