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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Nave

Omicidio di Manuela, si cerca il vero movente: forse l'amante aveva pianificato tutto

Secondo gli inquirenti Manuela Bailo non sarebbe morta per un incidente, come da sempre sostenuto dall'amante Fabrizio Pasini. Si lavora per capire se l'uomo avesse ordito un piano per uccidere la giovane

Mentre la comunità di Nave, la famiglia, gli amici e i colleghi della Uil davano l'ultimo saluto a Manuela Bailo, gli investigatori hanno terminato gli accertamenti eseguiti sul luogo del delitto, sulla macchina e nell'abitazione di Fabrizio Pasini, il 48enne in carcere con l'accusa di aver ucciso la 35enne di Nave.

Il quadro sarebbe piuttosto chiaro e non coinciderebbe affatto con la versione resa dal sindacalista 48enne, sposato e padre di due figli. Lui continua a sostenere che si è trattato di un incidente: Manuela sarebbe caduta dalle scale al termine di un litigio, mentre gli elementi raccolti dagli investigatori lasciano presupporre un quadro ben diverso e la procura lavorerebbe sulla premeditazione del delitto. 

Un'ipotesi avvalorata anche dai risultati dell'esame autoptico: la 35enne non è morta per i traumi riportati cadendo dalla scala (sui gradini della villetta della madre di Pasini, dove si è consumato il delitto non sarebbero state trovate tracce di sangue) ma per un taglio netto alla gola, che ha causato la recisione della carotide.

Anche il movente non convince affatto chi indaga, l'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di un banale omicidio: "Dovevamo fare un tatuaggio con un simbolo che significasse qualcosa per noi, invece io ho tatuato le iniziali e lei se l'è presa" ha detto il 48. 

Una versione dei fatti traballante, secondo la procura.  "Pasini ha agito con lucidità mentale, in netta contrapposizione con l'ipotesi dell'incidente" ha detto nei giorni scorsi il procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno. Il lavoro di chi indaga è volto proprio a capire se il sindacalista avesse ordito un piano vero e proprio per uccidere la sua amante. Elementi utili potrebbero arrivare dall'analisi del cellulare del 48enne, l'unico a disposizione degli investigatori: quello di Manuela - usato dal 48enne per mandare messaggi, spacciandosi per lei, nelle ore successive alla scomparsa - non si trova. 

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