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Fabrizio e Manuela, un amore nato in ufficio: "Pagherà per quello che ha fatto"

La segreteria nazionale della Uil comunica di aver già avviato le pratiche per l’espulsione di Fabrizio Pasini, il 48enne di Ospitaletto che ha confessato di aver ucciso Manuela Bailo

In attesa dell’evolversi della trafila giudiziaria, a seguito del fermo di Fabrizio Pasini con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere, la segreteria nazionale della Uil - il sindacato per cui lavorava, così come ci lavorava la povera Manuela Bailo - ha già comunicato di aver avviato le procedure per l’espulsione del 48enne reo confesso, che verrà prima sospeso e poi appunto espulso.

Lavorava alla Sabaf di Ospitaletto, poi il trasferimento in città nelle file del sindacato bresciano. Erano quasi vicini di ufficio, lui e Manuela: erano separati da pochi metri di distanza. La loro relazione è nata quasi sicuramente tra quei corridoi: qualche sguardo rubato, i primi approcci, le uscite prima in compagnia e poi da soli.

Una storia d’amore che si è tramutata in tragedia. Pasini era sposato, moglie e due figli: aveva raccontato di una relazione ormai conclusa da tempo, di non aver più visto Manuela. Stava mentendo: l’ha vista eccome, il sabato della scomparsa, l’ha portata a casa della madre in Via Allende a Ospitaletto, qui ha ammesso di averla uccisa (involontariamente, dice) al termine di un acceso litigio.

Dagli uffici del sindaco l’immancabile cordoglio alla famiglia di Manuela, 35 anni di Nave, per i genitori e la sorella. Il segretario provinciale Mario Bailo - nessuna parentela tra i due, solo un’omonimia nel cognome - è già stato nell’abitazione di Nave per incontrarli, per esprimere le proprie condoglianze. Poche parole su Fabrizio Pasini: “Dovrà pagare per quello che ha fatto”.

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