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Cronaca Marmentino

Nascondeva l'autore dell'attentato esplosivo alla sede della Lega, in carcere giovane bresciano

In carcere, oltre all'autore materiale dell'attentato, anche il 38enne bresciano Manuel Oxoli che avrebbe aiutato il latitante a nascondersi

Si nascondeva a Marmentino, comune della Val Trompia, il militante anarco-insurrezionalista di origini spagnole Juan Antonio Fernandez Sorroche: era ricercato dalla polizia di tutto il Nord Italia perché ritenuto responsabile dell'attentato, avvenuto nell'agosto 2018, alla sede della Lega di Villorba, in provincia di Treviso. 
Non solo: il 42enne era latitante dalla primavera del 2017. Si era infatti reso irreperibile dopo che il tribunale di Torino lo aveva condannato a un 6 anni e un mese di reclusione per reati contro la persona ed il patrimonio. 

Arrestato seguendo 'i fiancheggiatori' bresciani 

Il latitante è stato individuato e arrestato, nei giorni scorsi, proprio a Marmentino, dove da qualche tempo viveva come fosse “sotto copertura” e in compagnia di altri inquilini. Proprio pedinando per mesi uno dei suoi fiancheggiatori, il 38enne bresciano Manuel Oxoli, la Polizia di Stato ha scovato il nascondiglio del 42enne, che da giorni si trova in carcere, a Canton Mombello.

Nella mattina del 22 maggio scorso, gli agenti della polizia hanno fermato Sorroche nel luogo che aveva raggiunto per incontrarsi con l’anarco-insurrezionalista bresciano che gli forniva il supporto necessario ad assicurarne la clandestinità.

Il provvedimento di fermo è stato convalidato dal Gip nelle scorse ore: Sorroche deve risponder dei reati di strage e di attentato con finalità di terrorismo in quanto ritenuto ideatore, organizzatore ed esecutore dell’attentato alla sede della Lega di Villorba. Resta in carcere anche il 38enne bresciano, l'accusa è di favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena.

L'attentato

Due ordigni esplosivi, entrambe bombe carta, erano stati ritrovati  all'esterno della sede trevigiana della Lega, al K3 di Fontane di Villorba. A comunicare alla Polizia la loro presenza, con un comunicato sul web, era stata una cellula anarchica denominata Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera, 1881-2018 che aveva rivendicato  anche una precedente esplosione datata 12 agosto. 

Incastrato dal Dna

La complessa, intensa ed articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura di Venezia,  condotta da un gruppo investigativo formato da operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che ha coordinato il gruppo e messo in campo personale specializzato e supporti tecnici specifici delle Digos di Venezia, Treviso, Brescia e Trento, ha portato al riconoscimento del 42enne spagnolo, quale responsabile del gesto. L’attività, partita dall'analisi dei contenuti e della struttura sintattico-lessicale della rivendicazione, ha permesso di individuare in Sorroche il maggior indiziato. Una tesi poi confermata dalla prova scientifica del suo Dna, che è stato trovato sull’ordigno grazie agli accertamenti biologico-molecolari effettuati dalla Polizia Scientifica. 

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