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Cronaca Rezzato

Italcementi, nuovo altoforno: milioni di euro e dubbi sull'inquinamento

Entro il mese prossimo inizieranno i lavori per la conversione dei due forni attualmente in funzione con un altoforno di nuova generazione. Ai Comuni 5 milioni di euro più un finanziamento alla Commissione di Vigilanza

Un doppio e unanime Consiglio Comunale ha dato il via libera definitivo al Protocollo d’intesa per l’ammodernamento dell’impianto Italcementi, stabilimento costruito circa 50 anni fa a cavallo tra i Comuni di Rezzato e Mazzano. Dopo l’ok del primo è arrivato l’ok del secondo, tanto che i lavori potrebbero (o dovrebbero) cominciare entro il mese prossimo. Le linee guida del progetto in questione sono state discusse e approvate un anno fa, e prevedono limiti precisi per quello che riguarda la capacità produttiva e le emissioni conseguenti, oltre a un conguaglio economico che Italcementi verserà nelle magre casse comunali.

L’azienda verserà cinque milioni di euro a ciascuno dei due Comuni, soldi che rientrano in quei “risarcimenti alla cittadinanza per i disagi subiti”: un milione e mezzo verrà pagato subito, non appena cominceranno i lavori. Anche in caso di ritardi sulla tabella di marcia Italcementi verserà una prima quota (750mila euro) entro la fine di novembre. Ma cosa cambierà nell’impianto? L’azienda sostituirà i due forni attualmente in uso con un nuovo altoforno di tecnologia più recente, e dunque più avanzata, dotati di filtri anti inquinamento di ultimissima generazione.

Il Protocollo d’intesa concordato tra le parti prevede un limite alla produzione, 3mila tonnellate di cemento al giorno per un totale di un milione di tonnellate annue. Un accordo che va bene a tutti, e con cui Italcementi ‘guadagnerà’ circa 500 tonnellate giornaliere rispetto alla produzione attuale, compresa tra le 2400 e le 2600 tonnellate giornaliere. Altro obbligo riguarderà la riduzione delle emissioni inquinanti, in forma graduale anno dopo anno, fino ad arrivare al 75% in meno entro il biennio 2018/2019, quando l’impianto sarà completato in ogni suo aspetto. La vigilanza spetterà ad un’apposita Commissione, composta da due membri indicati da Italcementi e da tre nominati dai Comuni.

Ma se il problema pare risolto e accantonato, e tutti sono contenti, i cittadini e i residenti non possono che sorridere di un riso amaro. Se la voce di comitati e associazioni è ancora bassa è chiaro che sarà destinata ad alzarsi. Non è mai troppo datato infatti il dossier Mal’Aria Industriale (2009) di Legambiente, che dedica un intero capitolo alla Mal’aria del cementificio di Rezzato e Mazzano. Facendo presente che l’aria inquinata non si ferma ai limiti comunali ma tocca in maniera sensibile anche i Comuni di Botticino, Nuvolera, Bedizzole, Calcinato, Castenedolo e Nuvolento.

“Lo stato complessivo della qualità dell’aria – si legge nel dossier – come risulta dalle indagini e dai rilevamenti dell’Arpa è definito critico per numerosi elementi inquinanti, in particolare per le polveri sottili PM10 e PM2.5, ozono e ossidi di azoto”. Nel rapporto l’analisi dell’incidenza dell’impianto Italcementi sulla quantità complessiva di alcuni “inquinanti fondamentali”: la media percentuale è compresa tra il 49% del Biossido di Azoto (in tonnellate/anno) e il 77% dell’Anidride Carbonica. In mezzo il Particolato Totale Sospeso e gli Ossidi di Azoto. Con un'altra costante da non sottovalutare: "L'aumento dei ricoveri ospedalieri per gli adulti è del 23%, l'aumento dei ricoveri ospedalieri per i bambini è del 30%".

E una premessa da non dimenticare: “L’impianto sorge in un contesto urbano diffuso, nel cuore di un’area congestionata da un intreccio e da una sovrapposizione di strutture produttive e urbanistico-residenziali in continua espansione ed intensificazione, nonché da una rete viaria e da un sistema di comunicazione ipertrofici, che tutte insieme occorrono a definire un livello di vivibilità ai limiti della tolleranza”. Ma questo poco importa se il vero sindaco del nuovo agglomerato virtuale di Mazzano e Rezzato (per un totale di 30mila abitanti) sembra proprio essere il consiglio direttivo dell’Italcementi.

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