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Incidenti stradali, l'ecatombe italiana: 800 feriti al giorno, 11 morti

Secondo di dati raccolti da Aci e Istat, riferiti al 2011, in Italia ogni giorno 563 incidenti provocano il ferimento di 800 persone e 11 morti

Ogni giorno si verificano 563 incidenti, che provocano il ferimento di 800 persone e la morte di 11, due delle quali in media hanno tra i 20 e i 29 anni.

Questo succede quotidianamente sulle strade italiane, secondo di dati raccolti da Aci e Istat nel rapporto annuale per il 2011. Le cifre sono ancora alte, e lontane dall'obiettivo europeo del dimezzamento delle morti in dieci anni (i morti sono passati da 7.096 a 4.237, cioé 45,6%), ma ogni anno si riesce ad erodere qualcosa.

Oltre che per i tutor in autostrada, come viene sottolineato, anche perché cresce la sicurezza passiva delle autovetture. Infatti il numero delle vittime cala più del totale degli incidenti: nel 2011 ci sono stati 205.638 incidenti stradali con lesioni a persone; i feriti sono stati 292.019, i morti 3.860. Rispetto al 2010 c'é stata una diminuzione del numero degli incidenti (-2,7%) e dei feriti (-3,5%) e un calo più consistente del numero dei morti (-5,6%).

Gli scontri sono concentrati al rientro a casa dal lavoro, specie intorno alle 18. Un'ora nera, colpa della stanchezza e dello stress, ma anche - dice il rapporto - della scarsa illuminazione o del sole radente a seconda dei periodi dell'anno. E' però alle 5 del mattino, che si verificano più incidenti con morti, oltre che di sabato sera.

Questo è collegato al fatto che sono i ragazzi tra i 20 e 24 anni le vittime più frequenti: su un totale di 3.860 morti, sono stati 296 i maschi, e 86 le ragazze; pure nella fascia tra i 25 e i 29 anni la mortalità è alta con in totale 310 vittime (260 maschi e 50 femmine).

Da segnalare anche come il 2011 faccia registrare "un'allerta bicicletta": + 7,2% di conducenti morti e + 11,7% di feriti.

Colpisce poi che il 76,4% degli incidenti si sia verificato sulle strade urbane, con 1.744 morti (45,2% del totale) e 213.001 feriti (72,9%). Indubbiamente perché, come sottolinea l'Aci, manca ancora l'uso delle cinture, la segnaletica non è sempre in buone condizioni e in auto ci sono fonti di distrazione, come i telefonini e navigatori, per cui al volante si guarda lo schermo e non la strada.

Da qui l'invito del presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, ai sindaci e agli amministratori locali a tenere conto di questi dati nei processi decisionali, "oltre che ai cittadini a ricordarsene al momento del voto".

La Fondazione sulla sicurezza stradale dell'Ania esprime soddisfazione perché il nostro Paese è sceso sotto 'la soglia psicologica' delle 4mila vittime l'anno ma l'obiettivo europeo è ancora lontano.

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