rotate-mobile
Cronaca

Celeste: dopo il ritorno a casa, la fiducia del padre: "Mai perso la speranza"

In attesa del pronunciamento del Tribunale di Venezia sul caso della piccola Celeste, la bimba di due anni malata di atrofia muscolare a cui erano state interrotte le cure al Civile, il padre si dice fiducioso sul destino della figlia

Celeste sabato è tornata a casa, concluso il ciclo di terapia con cui combatte l'atrofia muscolare spinale da cui è affetta. Il ministro della Salute Renato Balduzzi, poco dopo che la piccola era stata dimessa, ha sancito la critica al trattamento promosso dal dottor Mario Andolina tramite Stamina Foundation Onlus: "Quella prestazione sanitaria - dice - non ha i requisiti minimi per poter essere considerata una sperimentazione".

La bambina veneziana di due anni era giunta venerdì a Brescia dove, nel reparto di oncoematologia pediatrica degli Spedali Civili, è stata sottoposta a un'infusione di cellule staminali adulte, dopo il via libera temporaneo arrivato dal Tribunale di Venezia cui i genitori si erano rivolti per poter riprendere le cure 'compassionevoli'.

A interrompere i trattamenti era stata a maggio l'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) a causa dell'inchiesta che coinvolge la Stamina Foundation e la presunta inadeguatezza del laboratorio.

Ma lo scorso 22 agosto il giudice del lavoro di Venezia, riservandosi di esaminare l'intero caso in un'udienza fissata per martedì prossimo, aveva ordinato all'ospedale di Brescia di sottoporre in via d'urgenza Celeste ad una "infusione immediata" delle cellule staminali prelevate dalla madre per la "rilevanza primaria del bene da tutelare", vale a dire la vita della bambina.

Un provvedimento assunto comunque, precisava il giudice, "in via provvisoria, nelle more dell'adozione della decisione" definitiva sulla prosecuzione del ciclo di cure. Una decisione rimandata appunto all'esito dell'udienza del 28 agosto (mentre per il 4 settembre è previsto il pronunciamento del Tar di Brescia sul ricorso depositato dall'ospedale contro il provvedimento dell'Aifa).

In attesa che si sciolgano i nodi di una vicenda complessa, anche sul piano giudiziario e legale, la piccola Maria Celeste sabato é tornata insieme ai genitori nella sua casa di Tessera, nel veneziano. A Brescia è stata sottoposta alla quarta infusione di cellule e al termine stava "bene", come ha raccontato il padre Giampaolo Carrer, che continua ad essere "fiducioso. Non abbiamo mai perso la speranza - ha detto - e mai la perderemo".

Una doccia fredda è però arrivata in serata dal ministro Balduzzi, che parlando ad Avise (Aosta), ha detto: "Dalle ispezioni e dai documenti pervenuti al Ministero, quella prestazione sanitaria non ha i requisiti minimi per poter essere considerata una sperimentazione. Essendoci su questa vicenda più procedimenti giudiziari - ha aggiunto - il ministero si astiene dal fare ulteriori commenti. L'importante è non dimenticare che l'efficacia medica e scientifica hanno bisogno di procedure di verifica, di validazione. Se no c'é il rischio purtroppo di affidarsi a miraggi. Se sia questo o meno il caso in questione, rispetto a ciò che ci risulta, la situazione è quella che ho appena riassunto".

A stretto giro la replica di Andolina, il pediatra che ha in cura Celeste. "Credo che il ministro Balduzzi abbia ricevuto informazioni inesatte da parte degli ispettori di Cnt (Centro nazionale trapianti) e Aifa, in quanto il peccato originale di questa indagine sta nel confondere sperimentazione con terapia compassionevole. Il decreto Turco, infatti, permette una terapia di questo tipo in laboratori non farmaceutici".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Celeste: dopo il ritorno a casa, la fiducia del padre: "Mai perso la speranza"

BresciaToday è in caricamento