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Cronaca

L'inchiesta Finmeccanica agita la politica, bufera Lega in Lombardia

"C'é chi ha accusato la Lega ed è già stato da me querelato", è stata la dura replica del leader del Carroccio, Bobo Maroni, alle voci di un coinvolgimento del partito nell'inchiesta

Agita la campagna elettorale l'inchiesta su Finmeccanica, che ha portato martedì in carcere a Busto Arsizio l'ad e presidente della società Giuseppe Orsi, e gli effetti si sentono soprattutto in Lombardia dove in contemporanea è arrivata la chiusura delle indagini sulla fondazione Maugeri, che coinvolge i vertici del Pirellone, a partire dal governatore uscente Roberto Formigoni, al quale viene contestata anche l'associazione a delinquere. Ma a doversi difendere è anche la Lega che attacca chi "diffama" il partito, in una partita delicatissima per le sorti elettorali in Lombardia. Il centrosinistra parte a testa bassa contro Pdl e Lega parlando di "di corruzione e malaffare". E il centrodestra si lamenta di una giustizia ad orologeria.

Ad esempio, Silvio Berlusconi ha parlato di una "manina, anzi, manona giudiziaria che entra nella campagna elettorale". E anche Roberto Maroni, candidato alle regionali di Lega e Pdl, ha difeso Formigoni sui tempi: "Non sono complottista - ha detto -, però... è l'uso che si fa in campagna elettorale".

Ma è stato ancora più deciso nel difendere se stesso e il suo partito per quanto riguarda la vicenda e prendendo le distanze dall'amministratore delegato incriminato: a conferire gli incarichi ad Orsi - ha spiegato- sono stati non il suo partito ma "prima il governo Berlusconi e poi Monti", quindi ha annunciato querele contro "la banda dei diffamatori di professione". "Il procuratore di Napoli ha detto chiaro - ha spiegato Maroni - che la Lega non c'entra. C'é chi ha accusato la Lega ed è già stato da me querelato".

Secondo Nichi Vendola, il leader di Sel che ieri era a Milano, per i Barbari sognanti di Maroni "quando si interrompe il sogno, inizia l'incubo". Il segretario del Carroccio si è limitato a rispondergli che "il sogno continua". Ma a continuare sono state anche le polemiche. Per il capo dell'Udc, Pierferdinando Casini, si "alimenta la sfiducia nella politica".

Secondo Antonio Di Pietro, vicende come Finmeccanica e Maugeri "dimostrano che dal 17 febbraio 1992 nulla è cambiato", insomma siamo ancora a Tangentopoli. E anche il candidato premier di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, è convinto che ci sia un "filo rosso che lega tutte le ultime vicende italiane: la corruzione".

Un attacco, il suo, diretto anche al premier Mario Monti colpevole di non aver fatto dimettere prima Orsi. Responsabilità per cui il governo è stato chiamato in causa anche dalla segretaria Cgil Susanna Camusso. Il presidente del Consiglio si è difeso spiegando che sull'ad di Finmeccanica sono state esercitate "tutte le pressioni possibili, compatibili con lo statuto di società per azioni quotata in Borsa e con la situazione dell'inchiesta riguardante lo stesso Orsi". E ha aggiunto di essere "'certo che la magistratura fara', come negli altri casi, il suo dovere". Il Prof ha però dimostrato un certa "preoccupazione" per certe commistioni tra politica ed economia. Posizione diversa da quella del centrodestra.

Angelino Alfano ha parlato di una "politica industriale nelle mani dei pubblici ministeri" e ha difeso Formigoni perché considerarlo componente di una associazione a delinquere è "folle e fuori dal mondo". Però non servono le "vie giudiziarie per cambiare pagina" secondo il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, venuto ieri in Lombardia per appoggiare il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli. E proprio Ambrosoli ha definito la vicenda della fondazione Maugeri "un campanello d'allarme gravissimo" che riguarda "tutto il sistema della sanità in regione".

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