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Cronaca

Ideal Standard: a settembre nuova mobilitazione

Sindacati uniti chiedono maggiore chiarezza e qualche garanzia in più all'amministrazione comunale e alle parti interessate, richiamando l'accordo siglato ancora nel 2009. Damiano Galletti: "Responsabilità anche governative"

Poca chiarezza e promesse disattese, tante contraddizioni e il mancato rispetto di un accordo siglato ancora nel 2009. I lavoratori dell’Ideal Standard di Brescia si preparano ad una nuova mobilitazione dopo quello che i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil con le Rappresentanze Sindacali Unitarie definiscono un tradimento da parte del Comune: l’area su cui era stato promesso il mantenimento dell’attuale destinazione d’uso (con riqualificazione) senza venisse cambiata la sua assegnazione sembra ora designata ad una trasformazione poco chiara, almeno a quanto risulta dalla recente presentazione pubblica del PGT comunale. “Il sindaco – fanno sapere i sindacati con una nota ufficiale – ha sempre sostenuto che le aree a destinazione industriale non cambieranno la loro assegnazione, il PGT sembra dire qualcosa di diverso, anzi dice l’esatto contrario”.

Critiche forti ad Adriano Paroli e alla sua giunta, ma allo stesso tempo alle altre parti interessate, Ferrovie dello Stato, Ideal Standard e il Governo centrale, oltre a quella sorta di sesto incomodo dell’Arcese che, sempre a detta dei sindacati, “lavora da mesi per ottenere la propria partecipazione diretta a un business che è già diventato interesse di molti”. Ma l’amministrazione comunale che risponde? L’Assessore all’Urbanistica Paola Vilardi qualche giorno fa si è detta sorpresa nei confronti delle critiche mosse verso il sindaco: “La situazione dell’area Ideal Standard era ed è chiara anche a loro (i sindacati, ndr). Nel Documento di Piano abbiamo previsto che l’area diventi residenziale ma solo ed esclusivamente a una condizione: che la vertenza sindacale venga risolta. […] Mi auguro che questa presa di posizione sia solamente un modo per tener vivo il dibattito sulla vicenda”.

Secondo Damiano Galletti invece, segretario della Cgil Camera del Lavoro di Brescia, la contraddizione è evidente e la protesta legittima: “Ci sono delle responsabilità importanti da parte dell’amministrazione comunale e da parte delle FS. Si sono impegnati sia a bloccare tutta l’operazione urbanistica sia a proporre un investimento”. Impossibile non ricordare gli oltre sei mesi di presidio e l’occupazione della fabbrica del 2009, un’ipotesi che a queste condizioni potrebbe riproporsi: “C’è già stata una mobilitazione impegnativa con l’occupazione del sito per una trentina di giorni, a settembre noi chiederemo al Comune che cosa intende fare, e di assumersi le responsabilità di quanto sottoscritto nell’accordo assieme al Governo, perché Stefano Scaglia ne è stato l’artefice. Essendo sottosegretario alle Attività Produttive è il maggior responsabile di questo accordo”.


“Sarebbe davvero incredibile – continua Galletti – che dopo una mobilitazione che ha interessato tutta la città non ci sia la possibilità di salvaguardare i posti di lavoro e di arrivare a un risultato positivo. Si continua a rimbalzare le responsabilità da parte dell’amministrazione, dalle FS e dalla stessa Ideal Standard: noi diciamo che è ora di finirla e che bisogna essere molto espliciti. Si deve sapere se questo accordo, per tutti quelli che hanno firmato, è ancora effettivamente valido. Per questa ragione si preannuncia una nuova mobilitazione, che partirà alla fine di agosto”.

Dalla Loggia fanno sapere che il clima delle trattative dovrà per forza rasserenarsi, in modo tale da creare le giuste condizioni per un dialogo costruttivo. I sindacati però nella già citata nota ufficiale, e viste le premesse, sono di tutt’altro avviso: “A distanza di quasi due anni dagli impegni firmati si scopre che ancora non è stato sottoscritto alcun accordo di attuazione del progetto, senza sapere chi costruisce che cosa e con i soldi di chi”.

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