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Cronaca Montichiari

Assalto a Green Hill, due giorni dopo: «Situazione degenerata e ingestibile»

Il Coordinamento Fermare Green Hill risponde alle accuse, e rivendica una strategia ben precisa e che dura da due anni: "Non era questo lo scopo del corteo, non siamo scesi in strada per provocare". Presidio annullato

Tanto rumore per nulla, per usare una citazione celebre, perché nessuno ci ha guadagnato e la campagna di mobilitazione per la chiusura di Green Hill sembra subire un brusco arresto, con l’annullamento del presidio permanente da parte della Questura e nuove difficoltà sulla strada degli attivisti. Si cerca di fare un bilancio, a due giorni dal corteo che ha portato a Montichiari quasi 3mila persone, con tanto di tafferugli e scontri, e un centinaio di manifestanti che ha sfondato il blocco, e occupato quella parte che non doveva essere occupata. “La dinamica degli incidenti – si legge sul portale ambientalista GeaPress – sembra ormai individuarsi in due fasi principali. Il taglio di una recinzione alla base della collina e il successivo avvicinamento dei manifestanti fino al cancello dell’allevamento. Poi il tentativo da parte di alcuni, come riferisce la Questura, di tagliare le reti”.

Poteva essere il secondo blitz, così non è stato: questa volta il rapporto di forza era davvero impari, lo schieramento di difesa non poteva e non doveva essere superato. “Le cose si fanno con la testa, la Questura ci aveva avvertito – fanno sapere dal Coordinamento Fermare Green Hill – A noi è sembrato giusto parlarne, siamo noi ad aver organizzato il corteo. Ma alcuni sono partiti già con un’idea propria, non ci hanno voluto ascoltare, ci hanno pure portato via il microfono. E’ da due anni che portiamo avanti una strategia di lotta ben precisa, per questo non ci siamo messi in prima linea. Non era questo lo scopo del corteo, non siamo scesi in strada per provocare: e invece è stato un delirio, e ora saremo costretti a rivedere il nostro programma, a ricominciare quasi da capo. L’idea del presidio permanente, che sarebbe potuto durare una settimana e anche 15 giorni, purtroppo è sfumata malamente. Era nostra intenzione proporre e presentare i nostri contenuti, con incontri e dibattiti, proiezioni e assemblee”.

Niente di tutto questo, purtroppo, e perfino un attacco da più parti nei confronti del Coordinamento, da Facebook e dai social network, e gli antispecisti accusati di non essere intervenuti, di non aver voluto aiutare chi i cancelli ha provato a sfondarli. “Per tutta la durata del corteo – ancora il Coordinamento – abbiamo ricevuto insulti e minacce, ognuno di noi ha rischiato di litigare con qualcuno. Accuse che fanno male, soprattutto perché arrivano da gente che di cortei ci capisce poco, e ancora meno di organizzazione. E così la situazione è degenerata, è diventata ingestibile”. Come ingestibile e confusionario appare il panorama delle associazioni che si battono per la chiusura di Green Hill.

Corteo Green Hill 30 giugno - © Francesca Torricelli


A parte il Coordinamento, che sulla coerenza pare difficilmente attaccabile, si sono visti bandiere e simboli di ogni tipo, “un insieme di gruppi comodi solo per fare numero, e spesso alla ricerca di qualche fuggente momento di visibilità”. Un po’ come quelli dell’associazione 100% Animalisti che, a detta di molti, nel corteo erano un numero ristretto, senza nemmeno qualcosa per farsi riconoscere, e che nonostante ciò hanno bruciato le tappe per rivendicare il fallito assalto al canile. Un’associazione dichiaratamente destrorsa, e con idee che dunque cozzano con la cultura libertaria portata avanti dagli organizzatori del corteo: fa un po’ impressione in effetti, nella confusione ideologica, leggere cartelli che augurano la vivisezione per tutti gli stupratori.

“Quando sentiamo dire che siamo tutti qui per i cani è vero, ma solo a metà – ci raccontano ancora dal Coordinamento – La nostra è una battaglia culturale, per la liberazione dei cani ma anche di tutti gli altri animali. Una scelta di vita che ha come obiettivo primario anche la liberazione dell’uomo”. E in riferimento agli ambientalisti di destra, “sappiamo come si comportano, conosciamo il loro modo di fare ed essere attivisti, un modo inutile e pure controproducente”.

A breve il Coordinamento pubblicherà un comunicato ufficiale sul metodo d’azione, sul vero antispecismo: “Non ha senso portare avanti campagne parallele e scoordinate, vogliamo che tutti quelli che ci seguono lo sappiano. Bisogna ragionare per obiettivi, e non in modo troppo istintivo, così ci perdiamo tutti. Cose come queste ci fanno cadere le braccia, siamo molto demoralizzati. Se vogliamo far chiudere Green Hill non possiamo permetterci altri errori”.

Intanto si parla di nuovi presidi, da definire, “davanti a clienti e collaboratori del canile”. Perfino la Questura ha parlato di “argomenti ritenuti nobili ed ampiamente condivisibili”, ma la situazione ora è più complicata che mai. Non va dimenticato infatti che gli ultimissimi documenti della Magistratura parlano di “infondatezza della notizia di reato” nei confronti di Green Hill: “Attenti a dire che Green Hill maltratta gli animali – si legge nuovamente su GeaPress – Piaccia o pure no, questa è la titolazione di un reato e solo un Magistrato può accogliere o rigettare l’accusa. In altri termini, Green Hill potrà querelare chi continua a dirlo”.

Si ringrazia Francesca Torricelli per le fotografie - Tutti i diritti riservati

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