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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Sirmione

Maxi evasione fiscale: arrestati due imprenditori, sequestri per 4 milioni di euro

Scoperta a Desenzano del Garda una maxi frode fiscale nel settore immobiliare. Arrestati due imprenditori e sequestrati beni per un valore di oltre 4 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Desenzano, coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, nei confronti di un imprenditore veronese operante nel Bresciano.

La misura coercitiva segue l’esecuzione di un’altra ordinanza di custodia domiciliare, avvenuta nel mese di novembre 2017, nei confronti di una donna veronese e di successivi sequestri di beni del valore di oltre 4 milioni di euro.

I Finanzieri hanno eseguito perquisizioni nei confronti di tre società con sedi nella provincia di Brescia, guidate da un professionista bresciano e due professionisti svizzeri domiciliati a Milano, ritenuti responsabili a vario titolo di false comunicazioni sociali, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, omessa dichiarazione e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. 

Nello specifico, i militari di Desenzano hanno smascherato dopo due anni d’indagine una sofisticata frode fiscale, posta in essere grazie alla costituzione di società di comodo estere, al fine di occultare la compravendita di una lussuosa villa nel Basso Garda.

L’operazione della Finanza, demoniata "Atlantis", è stata avviata grazie alla costante azione di analisi sulle cessioni di immobili di valore che caratterizzano particolarmente tutta la zona gardesana. L’attenzione degli investigatori è ricaduta su una villa di Sirmione, il cui basso valore di vendita è subito apparso anomalo rispetto alle quotazioni di mercato e allo stato di assoluto prestigio del fabbricato, in eccellenti condizioni, circondato da un ampio parco, con un porticciolo privato ed addirittura un eliporto.

Approfondendo gli accertamenti, i Finanzieri hanno scoperto che la società venditrice della villa, non solo aveva dichiarato un valore di “soli” 7 milioni di euro, ma da tre anni non presentava più la dichiarazione dei redditi. Le conseguenti indagini di polizia hanno portato alla luce una maxi evasione di oltre 13 milioni di euro.

Infatti, la villa (già di proprietà di una società gardesana) era stata ceduta nel 2009 ad una società lussemburghese al valore dichiarato di 7.050.000 euro, generando una plusvalenza immobiliare di oltre 5,7 milioni di euro. In realtà, il prestigioso immobile era stato ceduto ad oltre 19 milioni di euro, con un’ulteriore plusvalenza immobiliare non dichiarata di 12 milioni.

Tale guadagno non dichiarato era stato nascosto in un conto corrente in Liechtenstein, tramite una serie di operazioni societarie e finanziarie effettuate da due fiduciarie svizzere, le quali, su incarico degli imprenditori arrestati, hanno dapprima costituito una holding di diritto svizzero per poi far confluire la villa nel patrimonio di un’altra società lussemburghese. Contestualmente alla cessione dell’immobile, le fiduciarie svizzere hanno ceduto ad un’altra società austriaca l’intero pacchetto azionario della holding svizzera (attuale proprietaria della villa sirmionese tramite la controllata società lussemburghese).

Ai 12 milioni non dichiarati si aggiunge inoltre più di 1 milione di euro di base imponibile da recuperare a tassazione, relativi alla parte di oltre 5 milioni dichiarata. A completare il vorticoso giro di schermatura messo in piedi per sottrarre il tesoretto al fisco, la società gardesana, consapevole della propria condizione di evasore totale, ha tentato di evitare il ricorso a una eventuale procedura di riscossione coattiva da parte dell’erario, mediante un’operazione straordinaria di scissione, trasferendo tutti i propri beni ad altra società riconducibile alla stessa famiglia di imprenditori.

La società ha così sottratto all’imposizione le basi imponibili IRES e IRAP, ognuna, per oltre 14 milioni di euro e IVA per circa 75 mila euro. Le attività si sono concluse, oltre che con gli arresti in carcere e domiciliari dei rappresentanti legali della società venditrice della villa, con la denuncia a piede libero di altre 6 persone fisiche ed il sequestro di 15 unità immobiliari, beni mobili di vario tipo, partecipazioni societarie e rapporti finanziari per un controvalore di oltre 4 milioni di euro.

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