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Cronaca Bedizzole

Un paese in lutto per Francesca: dolore e commozione alla camera ardente

Centinaia di persone sabato hanno reso omaggio alla salma di Francesca, in attesa del funerale che sarà celebrato domenica pomeriggio

Silenzio, lacrime e preghiere. È una domenica di dolore per la comunità di Bedizzole. Le saracinesche dei negozi sono abbassate e ogni attività ed evento rimandato: il sindaco ha proclamato il lutto cittadino e alle 15 tutto il paese darà l'ultimo saluto a Francesca Fantoni, la giovane donna aggredita e uccisa dal 32enne Andrea Pavarini, nella chiesa parrocchiale del paese.

Ma sono tante le persone che hanno già voluto testimoniare alla mamma Milena e alla sorella Elisa il dolore per la scomparsa dalla 38enne: il primo giorno nel quale è rimasta aperta, la camera ardente con le spoglie di 'Kekka' ha visto il viavai di centinaia di persone. Un dolore composto e silenzioso, qualche parola per ricordare una giovane donna buona e generosa che tutti conoscevano e amavano.

E i messaggi di cordoglio si sono susseguiti anche nelle pagine social del paese, distrutto da una tragedia che lascia senza fiato. Stando a quanto emerso dei primi referti dell'autopsia, Francesca è stata violentata prima di essere brutalmente uccisa, a mani nude, dal 32enne appena diventato papà. Andrea Pavarini ha confessato l'omicidio una volta messo di fronte alle prove schiaccianti raccolte dai carabinieri e dalla Procura.

Tra i tanti post c'è anche quello di uno dei giostrai del luna park dove Francesca andava spesso e dov'è stata vista viva per l'ultima volta lo scorso sabato sera.

"ll mio lavoro mi permette di portare felicità nei paesi della provincia di Brescia e uno di questi è Bedizzole, una delle cose più belle che ti regala questo lavoro è la fortuna, il piacere e l'onore di conoscere persone come Francesca, che purtroppo solo quando non ci sono più, ci si rende conto dell'importanza che hanno. In questi giorni di estrema tristezza, nel ripensare ai momenti in cui passavi a salutarmi, un sorriso mi è sfuggito pensando a te, in quel momento mi sono reso conto del gesto più grande che ogni volta mi hai saputo regalare il sorriso che tutti danno per scontato, ma che pochi sanno donare: non costa nulla e regala molto".

Ricordi, ma anche tanti, troppi, pettegolezzi sul conto dell'assassino, che resta in carcere, ma anche della vittima. Tanto che anche la cugina di Francesca ha scritto un post nel tentativo di mettere fine al chiacchiericcio: 

"Nessuno è santo, ma nessuno merita di essere privato della vita, soprattutto in questo modo atroce: abbiate la decenza di lasciarla in pace almeno ora che non c'è più. Centinaia di persone le volevano veramente bene e ce lo stanno dimostrando. Questo ci dà la forza per andare avanti e chiedere con tenacia giustizia. La cattiveria è una brutta cosa. Evitiamo come paese di farne altra, non hanno colpe le persone che di lui hanno lo stesso cognome: il colpevole fino prova contraria è uno e uno solo dovrà pagare per ciò che ha fatto."


 

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