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Cronaca Darfo Boario Terme

"Le attività imprenditoriali solo una copertura, il vero business era la droga"

Maxi-operazione di Procura e Carabinieri: in nove mesi 30 arresti in flagranza per spaccio, tra il 4 e il 5 novembre 100 militari in azione per sequestri e perquisizioni. Per la procura, le attività imprenditoriali dei Sallaku erano una copertura per coprire il traffico di stupefacenti

Trenta arresti in flagranza, e in meno di nove mesi: poi il sequestro penale di 60 chili di marijuana, 51,2 kg di hashish, 12,5 kg di eroina, 2 kg di cocaina, 337 grammi di oppio, 200 milligrammi di Mdma, 14 fiale di morfina. E pure tre pistole, nascoste in una valigia all'interno di un'intercapedine di una maxi-villa sul lago d'Iseo: sono questi i numeri dell'operazione “Reticolo”, coordinata dalla Direzione antimafia della Procura di Brescia ed eseguita dai carabinieri dei comandi provinciali di Brescia e Bergamo, con più di 100 uomini in azione tra il 4 e il 5 novembre, per blitz, sequestri e arresti.

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Volti noti dell'imprenditoria locale nelle rete delle forze dell'ordine: in particolare, sono stati arrestati i quattro fratelli Sallaku ancora in libertà (il quinto, Saimir, era già in carcere per spaccio di droga, nell'ambito di un'altra operazione legata comunque a “Reticolo”) trovati proprio in possesso delle pistole, tra cui una russa e una tedesca. Manette per Gezim Sallaku, titolare dell'hotel Villa Kinzika di Sale Marasino e del ristorante La Ruota Blu di Piancamuno, solo per citarne alcuni, nonché presidente del Darfo Calcio, e insieme a lui i fratelli Gazmir, Isuf e Taulant.

Gli arresti

Per la Procura della Repubblica tutte le attività commerciali e imprenditoriali dei Sallaku erano soltanto una copertura del loro business principale, legato appunto allo spaccio di droga. Poco meno di un mese fa erano stati arrestati, oltre a Saimir Sallaku, anche il 71enne Alessandro Giorgi, in pensione ma addetto alla guida delle ambulanze, e il 37enne Claudio Vangelisti, operaio di Esine: insieme a loro in manette anche tre albanesi residenti a Osio Sotto, e tra i “gestori” di quella che è stata considerata una raffineria di droga (oppio ed eroina) a tutti gli effetti.

Nelle ultime ore sono stati eseguiti 22 decreti di arresto ritardato, emessi nei confronti di sette soggetti (quattro italiani e tre albanesi) tutti considerati responsabili dei reati di traffico, produzione e spaccio di droga. Tra questi, oltre ai citati, anche il 36enne Stefano Martinelli, operaio di Ranzanico, e il 31enne Mirand Shehi, albanese ma residente a Langhirano in provincia di Parma.

“L'operazione – fa sapere il Comando provinciale dei carabinieri in una nota – ha consentito di disarticolare e assicurare alla giustizia i componenti di un sodalizio criminale ben organizzato e strutturato, dedicato al traffico ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, che dalla Bergamasca e dalle province di Parma e Brescia venivano veicolati in Valcamonica, per poi alimentare le locali piazze di spaccio”. Un colpo durissimo alla criminalità locale organizzata, un plauso alla magistratura e ai carabinieri.

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