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Cronaca Via Villa Glori

Dormitorio di via Villa Glori: "Vogliamo risposte o non ce ne andiamo"

I senzatetto che hanno occupato le casette di via Villa Glori lo scorso aprile sono sul piede di guerra. "Non ce ne andremo di qui finché non riceveremo delle risposte dalla Loggia"

BRESCIA. Hanno paura di finire di nuovo in mezzo alla strada e di restare tagliati fuori dall'Emergenza Freddo, dopo avere occupato, nei mesi estivi, il dormitorio di via Villa Glori.  Lo scorso 21 aprile erano in 12, adesso sono rimasti in 10, perché due di loro hanno trovato una sistemazione. Sono tutti italiani e da mesi cercano di farsi ricevere dai piani alti della Loggia, per raccontare le loro storie e trovare una soluzione alternativa e definitiva. 

Sono passati 6 mesi dal giorno in cui hanno occupato la struttura prefabbricata di via Villa Glori, ma stando a quanto riferiscono lì non si è mai visto nessuno del Comune. A fargli visita, oltre a giornalisti e troupe televisive, sono solo gli agenti della Locale che ogni tanto fanno un giro per censire le persone presenti. In questi mesi quelle stanze che tengono in perfetto ordine e ben pulite sono diventate la loro casa, che hanno 'arredato' alla bene e meglio, portandoci anche alcuni elettrodomestici: un frigo per conservare il cibo, una piastra per cucinare e un piccolo televisore.  Ma anche il rifugio di altri senzatetto. All'inizio di luglio hanno accolto un nuovo 'inquilino': un 62enne diabetico, dichiarato invalido al 70%, che dormiva in stazione.

"Ci hanno abbandonato a noi stessi - esclama Daniele - . Sembra che per la Loggia noi non esitiamo o che abbiano paura a parlare con noi. Eppure il Sindaco dovrebbe ascoltare i suoi cittadini. Noi vogliamo solo delle risposte e finchè non le otterremo non ce ne andremo di qua."

All'inizio di novembre il dormitorio che hanno occupato -che può ospitare circa 40 persone per notte- ritornerà a disposizione delle associazioni che gestiscono il progetto Emergenza Freddo e loro raccontano di non sapere che fine faranno: "Non sappiamo nulla -fa sapere Daniele- se ci faranno restare o se ci sbatteranno fuori. Abbiamo paura di essere esclusi dall'emergenza freddo per via dell'occupazione. Noi chiediamo un incontro con il Sindaco o con l'Assessore ai servizi sociali Scalvini per esporre le nostre richieste: se non è possibile restare qua, vorremo essere trasferiti in un'altra struttura contribuendo come possiamo."

"Anche quando abbiamo occupato il dormitorio ci eravamo proposti di contribuire: tagliando l'erba del giardino, tinteggiando le pareti - spiega Giuliano - . Facciamo tutti dei lavoretti saltuari per sopravvivere. Io avevo una ditta di imbianchini, che poi è fallita, pitturare è il mio mestiere. Ma non ci hanno fatto fare nulla, perché questi servizi sono appaltati alle cooperative. A noi ci basterebbe fare dei lavori socialmente utili in cambio di un tetto sopra la testa." 

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