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Cronaca Desenzano del Garda

Tradisce la giovane moglie: il suocero lo fa massacrare con 20 coltellate

Una faida familiare tra coltelli e pistole: un marito fedifrago che viene condannato a morte dal boss di Napoli, la lotta alla periferia di Desenzano, le indagini di Polizia e magistratura. "Cold case" risolto dopo 10 anni

Un tradimento, una condanna “a morte”, e poi pistole e coltelli. Storie criminali con vista lago di Garda: coinvolti i componenti di una banda di napoletani che veniva coordinata dalla Campania, dal boss ormai 70enne, ma che si era specializzata nei furti e nelle truffe negli autogrill del basso Garda, del mantovano e del veronese.

Problemi in famiglia: il genero del boss, sposato appunto con la figlia, di punto in bianco la tradisce. E non se ne pente: un affronto troppo grande. Da Napoli a Desenzano, la spedizione punitiva: l'ordine è chiaro, “deve pagarla cara”.

Primo blitz, quattro contro uno: il marito fedifrago, S.V. di 44 anni, le prende di santa ragione. Ma non è finita: al secondo blitz si presenta in compagnia di un amico, questa volta armato. Folle sparatoria in periferia a Desenzano: uno dei sicari, il 52enne S.R., viene ferito a una gamba e ricoverato all'ospedale di Verona.

Terzo e ultimo blitz: questa volta il fedifrago è di nuovo solo. Viene accoltellato a morte, 20 tagli sul fianco sinistro. Ma ancora non muore: riesce a trascinarsi in ospedale, in fin di vita. Succede tutto in una notte: ma da quegli episodi sono passati quasi 10 anni, insomma un vero “cold case”.

Riapertura del fascicolo e delle indagini: i due episodi non erano mai stati “incrociati” tra loro. Ci sono voluti anni, e le intuizioni del dirigente del Commissariato di Desenzano, Bruno Pagani, e del pm Lara Ghirardi. Avvisi di garanzia e rinvio a giudizio: ad oggi si contano 9 indagati per tentato omicidio.

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