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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Desenzano del Garda / Tassere

Desenzano, il cemento non muore mai: Grezze e Tassere, in fumo 2.500 firme?

I battaglieri raccoglitori di firme della stagione passata decidono d'improvviso di ritirare il ricorso al TAR: i costruttori reagiscono e vogliono giocarsela in tribunale. Critiche dalle opposizioni: "Un pasticciaccio"

Bisognerà aspettare ancora un anno, o quasi, per conoscere in via definitiva quello che sarà il destino dei più che discussi Piani Integrati d’Intervento (PII) delle Grezze e delle Tassere, a Desenzano del Garda, bisognerà aspettare la decisiva sentenza del TAR, a seguito di sopralluogo tecnico, prevista per il marzo 2014. Una storia che si trascina da un’amministrazione e mezza, quando ‘al governo’ c’era ancora il sindaco Anelli: da una parte le Tassere, definita area di completamento, dall’altra le Grezze, un lotto edificabile appena più complicato perché inserito in area a minor densità urbanistica, una zona tra l’altro ricca d’acqua da cui effettivamente ‘nascono’ gli storici torrenti (ormai quasi dei fossi) del secondo Comune più abitato della Provincia di Brescia.

In mezzo le opere di compensazione, un lungolago di circa 5 milioni di euro e una scuola tutta nuova, accompagnate da una sontuosa (e contraria) raccolta firme che ai tempi coinvolse anche Legambiente e diversi membri dell’attuale maggioranza di area PD. “Un pasticciaccio – hanno però raccontato le opposizioni ‘sinistre’ in alleanza inedita, Sinistra Ecologia Libertà Movimento 5 Stelle Desenzano in Movimento con la partecipazione straordinaria di Ugo Andreis dell’associazione Il Corriere del Garda – perché la scelta dei promotori di quella battaglia ora ha il sentore di un contrordine”.

Comitato promotore e Legambiente stessi infatti, il 15 aprile scorso, si sono mossi per ritirare il ‘combattivo’ ricorso al TAR, forse preoccupati da una rischiosa ma possibile sconfitta, e dai conseguenti risarcimenti in denaro che da essa deriverebbero. “Ci teniamo a precisare che il TAR non si è ancora espresso – spiegano invece le citate opposizioni in un comunicato stampa – e la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa. Entrambi i ricorsi sono ancora materia del tribunale, contrariamente a quanto è stato dichiarato. Per quanto riguarda le volontà dei ricorrenti di abbandonare la battaglia, siamo ancora più convinti che la difesa del nostro suolo deve passare attraverso un forte atto di coerenza politica, mediante la revoca o l’annullamento dei PII, l’unico modo per impedire queste due spaventose lottizzazioni. […] Respingiamo le risposte e le spiegazioni fino ad ora fornite dall’amministrazione”.

Insomma, sottolineano, si corre il rischio di uno spreco concreto di energie, realisticamente espresse in 2500 firme registrate e consegnate. Dall’ipotesi di un referendum ad una ritirata il passo è tutt’altro che breve: ma dall’altra parte, intanto, i proponenti (per dirla tutta, i costruttori) hanno già affermato di “non voler accettare la rinuncia perché interessati a sentir dichiarare l’inammissibilità del ricorso in quanto cumulativo”. La ‘loro’ battaglia lo vogliono vincere sul piano legale, anche a causa di un vizio di forma, con la presentazione di un unico ricorso, messo insieme “un po’ alla buona” e che non tiene conto delle differenze applicative dei due PII.

Il TAR però la sua prima decisione l’ha già presa, rinviando tutto al 2014. Mentre Igor Bulgarini, Luisa Sabbadini e Alessandro Scattolo, in rappresentanza di SEL, M5S e Desenzano in Movimento chiudono laconicamente: “Nonostante la positività della revoca del PGT, il territorio della nostra città non si potrà dire concretamente tutelato finché non saranno fermati anche i PII Tassere e Grezze”.

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