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Cronaca

Staminali: il caso Sofia sbloccato grazie a un decreto legge

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che permetterà di proseguire le cure "anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso il Civile di Brescia) non è autorizzato"

Sofia, così come gli altri pazienti che hanno già avviato la terapia, potrà proseguire le cure con cellule staminali secondo il protocollo della fondazione Stamina presso l'ospedale Civile di Brescia, dove le erano già state praticate le due prime infusioni. Sarà possibile grazie a un decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.

La norma "si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto". Lo afferma il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che - spiega - stabilisce che "tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso il Civile di Brescia) non è autorizzato".

Il decreto, rileva ancora il Ministro, "chiarisce inoltre che devono considerarsi come 'avviati' anche i trattamenti per i quali sono stati compiuti atti preparatori (il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all'uso terapeutico) e quelli già ordinati dall'autorità giudiziaria. Per tutti questi trattamenti terapeutici ci sarà un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento".

Il decreto legge prevede anche che d'ora in poi tutti i cosiddetti "medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva", in cui rientrano i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.

Con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni, annuncia il ministero, saranno inoltre fissate "regole più precise per garantire la sicurezza dei pazienti e sarà fissata una precisa procedura di valutazione degli esiti dell'impiego di queste terapie".

Caterina Ceccuti, mamma della piccola Sofia, commenta così le prime notizie sul sì alle cure: "Aspettiamo di leggere il testo della norma del Consiglio dei ministri nel dettaglio per capirne il contenuto e valutare eventuali considerazioni".

"Noi comunque auspichiamo - aggiunge - che ci sia nel decreto una forma di tutela per tutti i pazienti, almeno in prospettiva, sia per quelli che hanno già cominciato la cura, sia per quelli che la devono ancora iniziare".

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