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Cronaca

Sostegno ai curdi contro la Turchia, Facebook oscura Radio Onda d'Urto

Come già successo ad altre pagine che hanno postato articoli, filmati e video a sostegno della causa curda, il social network ha oscurato il profilo dell'emittente antagonisita bresciana

La pagina Facebook di Radio Onda d'Urto è sparita dalla rete. Inutile provare a cercarla: non è più raggiungibile, come i contenuti postati. Oscurata e sospesa dal social network dopo la pubblicazione di un articolo che raccontava la storia del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, meglio conosciuto con la sigla PKK. Un'organizzazione che in Turchia viene ritenuta terroristica.

Il profilo social dell'emittente antagonista bresciana è stato oscurato nella tarda serata di mercoledì. Nel corso della giornata il social network di Zuckerberg aveva rimosso non solo l'articolo riguardante il PKK, ma pure altri post tra cui quello relativo al funerale di Lorenzo Orsetti, morto nell’ultima battaglia contro l’Isis tra le fila dell’Ypg, l’unità di protezione del popolo delle Forze democratiche siriane. 

"Non c'era nulla di propagandistico nell'articolo sul PKK" ha fatto sapere Umberto Gobbi, coordinatore di redazione della radio. 

Un destino comune, a quanto pare, a tutte le testate o a semplici pagine Facebook che in qualche modo solidarizzano con i curdi, da quando è cominciata la guerra nel Nord della Siria. I casi simili non si contano, in Italia come all'estero.

I precedenti

Oscurate le fan page dalla piattaforma giornalistica Globalproject, di portali indipendenti come Milano in Movimento e Contropiano. Facebook aveva sospeso anche la pagina di Binxet – Sotto il Confine, documentario di Luigi D’Alife (con la voce narrante di Elio Germano) che raccontava la resistenza del Rojava e le responsabilità dell’Europa nelle atrocità del confine turco-siriano.

Attacco alla libertà di espressione

"La censura aiuta la guerra di Erdogan" è il pensiero condiviso - in un comunicato congiunto - dalle testate le cui pagine sono state oscurate e sospese da Facebook.

"Riteniamo che il sostegno di Facebook all’offensiva comunicativa del regime turco violi i più basilari dettami della libertà di stampa - si legge nella nota -. Facebook, agendo da piattaforma proprietaria, confonde scientemente la “neutralità” dei suoi contenuti con una vera e propria censura nei confronti di chi sta denunciando il massacro militare di civili, il rafforzamento di Daesh, che era stato sconfitto grazie alla resistenza curda, e la produzione di una nuova emergenza migratoria forzata."
 

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