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Cronaca

Corda Molle, 4500 veicoli al giorno: «Un’opera inutile da 206 milioni»

Il monitoraggio di Legambiente sul traffico veicolare dell'opera inaugurata un anno fa e costata la bellezza di 12 milioni di euro al chilometro, come fosse una TAV francese. Dario Balotta: "L'ennesima figuraccia dei politici locali"

Più di 200 milioni di euro spesi per realizzare meno di 20 chilometri di tratta stradale, il costo equivalente a 12,1 milioni al chilometro, praticamente quanto mille metri di TAV alla francese: a dieci mesi dall’inaugurazione l’ormai celeberrima ‘Corda Molle’ presenta già gli acciacchi di una vecchiaia precoce. A confermarlo il rapporto di Legambiente con un’iniziativa di protesta proprio nei pressi del fatidico casello di Brescia Sud, un monitoraggio giornaliero secondo cui nell’arco delle 24 ore risulterebbe un transito medio di circa 4500 veicoli al giorno, nei due sensi di marcia. In poche parole, “la bretella è praticamente deserta: la sua capacità giornaliera è di 80mila veicoli, in pratica ha un coefficiente di utilizzo del 5,6%”.

“L’unica novità – si legge in un comunicato – è stata quella che chi percorre la bretella, entrando e uscendo dal casello di Brescia Sud, deve pure pagare il pedaggio per il tratto locale. […] Dopo il recente declassamento dello scalo di Montichiari, una cattedrale nel deserto da almeno 12 anni, adesso tocca alla tangenziale sud di Brescia essere annoverata nel triste elenco delle opere inutili del profondo Nord”.

Sul posto anche Andrea Di Stefano, ‘primo a sinistra’ nella coalizione per Umberto Ambrosoli e candidato per la lista Etico: “Con Legambiente abbiamo i conti in tasca alla tangenziale, sono 4500 i veicoli al giorno nel doppio senso di marcia. La ‘Corda Molle’ non ha dunque assorbito il traffico della A4, non ha decongestionato il nodo di Brescia e non ha velocizzato i flussi di lunga percorrenza da est a ovest, visto che il traffico è prevalentemente locale. La Regione Lombardia dovrebbe smetterla di finanziare opere inutili e destinare invece investimenti utili per l’occupazione e il lavoro. Questa non è una grande opera, è un grande buco, un altro grande fallimento della giunta Formigoni”.

“La ripresa economica – ha commentato infine Dario Balotta, responsabile trasporti per Legambiente Lombardia – non passa certo da un aumento della velocità commerciale di qualche chilometro all’ora, ma dall’adozione di nuove tecnologie da parte delle imprese e da un maggiore accesso al credito. Gli investimenti pubblici, prima di essere avviati, devono essere sottoposti ad un’attenta analisi dei costi e dei benefici, e non alle sensibilità elettorali del momento e alle pressioni dei costruttori”.

Una disfatta amministrativa ma che si ripercuote, come sempre, nelle tasche e nei confronti dei cittadini: “Dopo il fallimento di Montichiari questa è l’ennesima figuraccia di politici e amministratori locali. Ma ce n'è un’altra in arrivo, quella del MetroBus”.

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