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Cronaca Via Fratelli Bonardi

Via Bonardi, un presidio contro la moschea: «Niente razzismo, vogliamo garanzie»

Dalle 8 alle 24 i residenti al banchetto del presidio, con tanto di turni e di striscioni. Ma, assicurano i manifestanti, "la nostra non è una polemica discriminatoria". Forse a breve un presidio permanente

Pochi ma buoni, verrebbe da dire. Ma la sera ovviamente le cose cambiano, e davanti al negozio di Via Bonardi si ritrovano anche 50 o 60 persone: tutti residenti, anche di Via Villa Glori, riunitisi in un pacifico presidio per manifestare la propria contrarietà alla possibile realizzazione di una nuova moschea da parte dell’Associazione Al Noor Brescia Italia, proprio in quel negozio da 400 metri quadri. Non è nato un comitato spontaneo ma poco ci manca, fatto sta che da più di una settimana, fino a quando non si sa, il marciapiede adiacente è presidiato dalla mattina alla sera, dalle 8 alle 24, sette giorni su sette e con una turnazione precisa e rigorosa.

“Viviamo in un quartiere che è già sovraccarico di problemi – ci racconta Dario, quando passiamo con taccuino e macchina fotografica è lui il portavoce – Abbiamo l’inquinamento, il PCB, la sede dei Testimoni di Geova.. l’apertura di una pseudo moschea ci penalizzerebbe ancora, non c’è posto per ospitare centinaia di persone alla volta, magari migliaia nel corso delle varie preghiere. Questa è una strada chiusa, non c’è nemmeno il parcheggio. Non ci sono gli estremi urbanistici, il PGT non contempla niente del genere. E non ci sembra il caso di parlare di catechismo e integrazione quando lo si farebbe in una struttura abusiva”.

Stando a quanto raccontano i residenti l’Associazione avrebbe avviato una procedura di ristrutturazione senza però che sia stata approvata alcuna variante al PGT da parte dell’amministrazione bresciana: “Noi le verifiche le abbiamo fatte, lo stabile è configurato come artigianale o commerciale, non ci pare proprio che sia previsto il cambio di destinazione d’uso”. Nei giorni scorsi la solidarietà di Mattia Margaroli, presidente di Circoscrizione e primo rappresentante dei cittadini scesi in strada, e pure quella del vicesindaco Fabio Rolfi.

“Non vogliamo suscitare alcun clamore mediatico né politico – continua Dario – Siamo alla ricerca di un compromesso, di un accordo collettivo: con i residenti, con l’amministrazione, con l’Associazione. Non siamo razzisti e nemmeno vogliamo discriminare, chiediamo solamente qualche garanzia in più. La nostra è una protesta pacifica, abbiamo tutte le autorizzazioni del caso, siamo qui a manifestare il nostro disappunto”. Il banchetto rimane, almeno fino alla fine del Ramadan, quando si saprà qualcosa in più. Non è da escludere che il presidio da permanente ‘parziale’ diventi permanente ‘totale’: ma mancano davvero pochi giorni, presto ne sapremo di più.

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