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Cronaca Via San Faustino

Brescia, Bar Migliore: si addormenta ubriaco all'ora di chiusura

L'uomo, di circa 60 anni, non voleva più alzarsi forse vergognandosi di essersela fatta nei pantaloni. Sul posto sono intervenuti due poliziotti, piuttosto divertiti dalla situazione

Un'esperienza davvero spiacevole (e assurda) quella accorsa a Maria, la barista del Bar Migliore in via San Faustino.

Verso le 20:00, orario di chiusura, il signor M. è entrato nel locale visibilmente ubriaco e, seduto al tavolino, ha incominciato a lamentarsi che nella metropolitana non ci fossero i servizi igienici.

E un motivo c'era: l'uomo - sulla sessantina e pesante circa 110 kg - non riuscendo più a trattenersi, se l'era fatta nei pantaloni. Fin qui, a parte il tanfo, niente di eccezionale. Il problema è che, una volta seduto, M. non voleva più rialzarsi, nonostante il bar stesse chiudendo.

Fugge ubriaco a 200 km/h,
calci e pugni a un carabiniere

Inutile ogni tentativo per convincerlo. Anzi, a un certo punto ha iniziato anche a fare un pisolino. A quel punto la barista, con tutta una folla di passanti divertiti fuori in strada, ha dovuto chiamare la polizia.

Sul posto sono arrivati due agenti che, vedendo la scena, sono apparsi anch'essi da subito piuttosto divertiti. Il più giovane dei due ha incominciato un dialogo surreale con il signor M., per provare a farlo rialzare sulle proprie gambe, tentando di convincerlo prima con una sigaretta e poi di 'comprarlo' con l'ennesimo bianchino.

Nulla da fare, irremovibile. Il signor M., che ogni volta sembrava sul punto di alzarsi, alla fine ricadeva esclamando ogni volta: "Ma vaffan…!"

Ad avere la meglio la simpatia del giovane poliziotto, di circa 35 anni: "Sei uno zenghen!", l'insulto ricevuto più volte dall'agente. E lui, sorridendo: "Ti sbagli, io sono un terù, vengo dalla Sicilia". Signor M.: "Guarda come sei ridotto", e il poliziotto, scherzando: "Hai ragione, per fare questo lavoro devi essere messo proprio male".

Dopo una decina di minuti di inutili tentativi, alla fine i due agenti hanno dovuto indossare i guanti e, afferrato sotto le ascelle, lo hanno portato fuori dal bar. Qui, appoggiato al palo di un cartello stradale, "fai il bravo adesso: ecco, fai un po' di lap-dance", hanno aspettato l'intervento dell'ambulanza. Una volta arrivata, alla vista delle tute arancioni degli operatori sanitari M. non ha risparmiato loro il leitmotiv della serata: "Ma vaffan…!"

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