Da Torino a Brescia, imprenditori picchiati e rapinati per 7500 euro
Padre e figlio, imprenditori torinesi, in viaggio fino a Brescia per acquistare merce da 7500 euro, da pagare in contanti. Ma arrivati al casello vengono aggrediti e rapinati da una banda di rom
Nonostante i domiciliari, l’uomo non ha mai smesso di truffare. Nonostante il suo cellulare fosse palesemente sotto controllo, nonostante l’arresto derivato proprio dall’attività truffaldina. Ancora parlava con i potenziali clienti, li tranquillizzava e li rassicurava, garantiva che tutto sarebbe andato bene.
Ma il raggiro cominciava ben prima: un sito internet appositamente costruito, in cui si vendevano materiali da lavoro a prezzi stracciati. Dal rame al metallo, reti e profilati, come nell’ultimo e decisivo caso. Allargavano la platea ai piccoli imprenditori, quelli che (chissà perché) hanno sempre del contante a portata di mano.
Perché il pagamento andava fatto in contanti, su questo il ‘telefonista’ della banda era sempre stato chiaro. E così anche per l’ultima ‘uscita’, in cui la ‘mente’ era aiutata da due ‘bracci’, in azione dal vivo e sul territorio.
Padre e figlio di Torino, gli ultimi due raggirati, dal Piemonte al casello di Brescia Centro con 7500 euro in contanti, per acquistare dei profilati di metallo. Da Sirmione le telefonate della ‘mente’, fuori dalla A4 tre energumeni che prima dividono padre e figlio, poi picchiano quest’ultimo per sottrargli il denaro.
Da truffa a rapina, questa volta il passo è breve. Mentre il padre viene ‘abbandonato’ poco più in là, in un isolato cascinale. A testa bassa, per l’umiliazione: ma con il sollievo, comunque amaro, che i truffatori sono poi stati tutti arrestati.