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Cronaca Via Alessandro Lamarmora

Vivono in tre con la pensione della nonna 90enne: famiglia sotto sfratto

La figlia e il nipote, che vivono con l'anziana signora, avevano una piccola impresa di pulizia famigliare fallita a causa della crisi

Lunedì mattina era stato ordinato lo sfratto esecutivo di una signora italiana separata, che vive col figlio e con l'anziana madre di 90 anni in via Lamarmora 142, a Brescia. Alla procedura, però, si sono opposti con successo gli attivisti di "Diritti per tutti", rimandando l'esecuzione al prossimo 15 luglio.

La signora era titolare di una piccola impresa di pulizia famigliare, dove lavorava anche il figlio, fallita a causa della crisi che fatto perdere alcuni appalti. I proprietari del loro appartamento, nonostante possiedano diversi altri immobili e siano "molto benestanti", hanno rifiutato il progetto contenimento sfratti del Comune, che avrebbe loro assicurato il pagamento dell'affitto per 6 mesi o addirittura per un anno.

La proposta dell'amministrazione Paroli è quella di collocare l'anziana in una casa di riposo, pagata con la sua pensione, separandola dalla figlia e dal nipote che, senza alcun reddito, dovrebbero arrangiarsi: "Questo è evidentemente il concetto di sostegno alla famiglia di questa giunta e dell'assessore ai servizi sociali Maione, che evidentemente non si preoccupano del trauma che potrebbe subire l'anziana, perfettamente lucida, ad essere tolta dal nucleo dei suoi cari in cui vive", commentano gli attivisti presenti sul posto.

"Vorremmo sapere anche dov'è il signor Rolfi - aggiungono -, che solo alcuni giorni fa, per l'ennesima volta, ha accusato la nostra Associazione di occuparsi solo degli immigrati e non dei bresciani vittime della crisi? Forse sarà a cercar di racimolare ancora qualche
voto, alimentando la contrapposizione tra lavoratori italiani e immigrati e la guerra tra poveri".

"Se fosse passato, invece, avrebbe trovato un picchetto formato da bresciani (italiani e di origine migrante) che difenderanno altri cittadini bresciani,  in nome di un diritto, quello alla casa, che deve essere universalmente affermato per ogni essere umano, indipendentemente dal colore della pelle", concludono.

Tanto più in una città come Brescia, dove esistono migliaia di abitazioni e di edifici inutilizzati, di banche, enti, società immobiliari ed anche pubblici, come ad esempio la Torre Tintoretto.

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