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Cronaca Nave

Nave: a scuola si insegna a cacciare

Dopo l'interrogazione parlamentare di due senatori dell'opposizione, è venuta alla luce la pratica diffusa nel bresciano di insegnare i "valori" della caccia tra i banchi di scuola

Storica transumanza dei cacciatori bresciani. Dai campi ricoperti di candida rugiada, da boschi incantati e verdi colline, ai grigi banchi di scuola. È successo a Nave, la piccola cittadina all'ingresso della Valtrompia, dove la caccia non è motivo di scontro e barricate. Anzi, molto probabilmente è uno dei pochi argomenti che nella provincia riesce a unire destra e sinistra. Qui “un colpo di doppietta è per sempre”, come i diamanti.
 
Così si è deciso di insegnare i “valori” della caccia anche nelle scuole, dato l'importante ruolo del cacciatore “nell'equilibrio sociale, ambientale ed economico”. Insomma, il ruolo ricoperto dai filosofi nell'antica Grecia. Era ormai da due anni che queste scampagnate naturalistiche continuavano indisturbate: Associazione Migratoristi Italiani, docenti e forestali erano il think tank dell'ideazione di tale pratica.
Poi, sfortunatamente, Donatella Porretti del PD e Marco Perduca dei Radicali si son messi di mezzo, disturbando la pacifica e bipartisan  iniziativa con interrogazione parlamentare ai ministri Gelmini e Prestigiacomo. 
 
Sembra, infatti, che nella nostra provincia sia pratica diffusa, come  a Lumezzane e Agnosine. E per i due odiosi senatori, questa “potrebbe” essere – il condizionale è d'obbligo – «una vera azione di proselitismo perseguita tra i bambini delle scuole italiane». Han chiesto inoltre –  e qui entra in scena l'Italia, che si spinge senza sprezzo del ridicolo sempre al di là dell'immaginabile – che sia esclusa “l’uccisione degli animali come attività ricreativa”. Il mondo affonda, ma noi siamo costretti a chiedere al Ministro dell'Istruzione che non si insegni ai bambini delle elementari a sparare negli occhi al peluche di Bambi. Nell'anno 2011 di nostro Signore. Insuperabili.
 
Nell'attesa che i ministri rispondano, l'amministrazione ha inoltre pensato di inviare a Roma una lettera in cui si sottolinea di voler continuare nell'iniziativa educativa, dato che la scuola dev'essere «luogo di dialogo e tolleranza, e non di scontri politici o ideologici». Speriamo che qualcuno non proponga di insegnare “i valori del cannibalismo per il sano sviluppo dei nostri figliuoli”; a quel punto, dato che la scuola è luogo di dialogo e non di scontro, faranno giustamente sentire i loro diritti. Perché loro sì, e noi no?
 
Il capogruppo leghista a Nave Marco Bassolini, confondendo quantità con verità, afferma: «In provincia di Brescia siamo in 30mila. Un pilastro della nostra cultura. Giusto che si impari la tradizione». Sul forum di “bighunter.it”, sito consigliato ai più appassionati amanti della caccia, un fedele della prima ora sentenzia, «l’uomo attraverso la caccia ritorna alle origini». Beh, forse si è fatto prendere un po' dalla foga. Australopithecus garhi, il principale primate indiziato di avere per primo prodotto e usato strumenti litici per cacciare, è stato abbandonato dalla storia ormai da 2,5 milioni di anni. Va bene che si stava meglio quando si stava peggio, ma forse si esagera...
 
 

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