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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

A Buffalora non si respira! Finestre chiuse e ricreazione in classe

I residenti protestano, la situazione è precipitata negli ultimi due anni tanto che alla scuola primaria Mario Bellini i bambini passano la ricreazione in classe. E i cittadini non ce la fanno più: "Puzza nauseabonda"

Che la zona sud est di Brescia fosse quella più colpita dall’inquinamento è una cosa data per assodata. Talmente assodata che forse qualcuno se ne dimentica, talmente assodata che forse qualcuno non ci pensa più. Ma qualche giorno fa l’ennesima goccia (e neanche troppo piccola) che rischia di far traboccare per davvero il vaso già colmo della pazienza dei cittadini residenti a Buffalora, dopo la notizia della nuova decisione operata dalle insegnanti della scuola primaria Mario Bellino: c’è troppa puzza nell’aria, i ragazzi passeranno la ricreazione in classe.

L’odore forte che appesantisce il respiro, toglie un po’ il fiato e fa venire forti emicranie è il classico odore di bitume, tutt’altro che piacevole. “Sono due o tre anni ormai che sentiamo un odore così forte da dover chiudere le finestre – racconta a BresciaToday Valerio Beccalossi del Codisa – A volte viviamo delle giornate incredibili, la puzza è così nauseabonda che il quartiere diventa invivibile. Una cosa vergognosa”. Il Codisa in poco meno di due anni ha già raccolto un doppio scaglione di firme, prima 152 e poi 530, chiedendo a gran voce dei controlli veri per fermare o almeno limitare l'aria cattiva che circonda la zona di Buffalora.

“La gente è infuriata e ha paura – continua Beccalossi – Temiamo che ci sia un rischio per la salute. Pensate poi alle maestre che hanno in carico questi bambini.. sono preoccupatissime anche loro”. Con il tempo i rapporti con l’Arpa di Brescia si sono fatti sempre più frequenti, e analisi e monitoraggi si sono ripetuti quasi periodicamente. Il direttore Giulio Senna pochi giorni fa ha dichiarato che “il problema è noto ma non di certo di facile risoluzione”. Tutto qui? “Il direttore è un uomo in gamba e sa fare il suo dovere – riprende Beccalossi – la puzza di bitume c’è, e da dove viene si può capire facilmente”.

“Sono stati fatti monitoraggi a valanga, sono stati raccolti quintali di dati. Noi non ce l’abbiamo con l’Arpa, che fa solo il proprio lavoro. Noi ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, che si ricordano di noi solo quando si parla della Gaburri o del polo logistico. Non è più il tempo dei monitoraggi, è il tempo di risolvere i problemi! In questi anni sono state fatte scelte non solo non rispettose nei confronti di chi abita queste zone, ma scelte che non rispettano tutti i cittadini di Brescia e la città stessa”.

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