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Cronaca Piazza della Loggia

Il 25 Aprile a Brescia: un corteo di forti emozioni e contestazioni

Piazza Loggia gremita per il concerto della banda e le parole delle cariche istituzionali che salgono sul palco, da Fenaroli a Paroli. Dal Carmine parte il corteo della Rete Antifascista Bresciana: "Fuori i fascisti da Piazza Loggia!"

Anche a Brescia sono arrivati i partigiani, anche a Brescia si è celebrato il 25 aprile, la Festa della Liberazione, la Resistenza al fascismo, l’opposizione alla guerra. Qualche fischio se l’aspettavano tutti, quando ha parlato il sindaco Adriano Paroli si è levato pure qualche coro, la contestazione si è fatta più pesante. Contestazione lecita per alcuni, esagerata per altri, ma il ricordo della Resistenza passa anche da qui, e se Marco Fenaroli in qualità di rappresentante dell’ANPI sembrava quasi voler richiamare all’unità, in apertura le sue parole sembravano cariche di altri significati: “Questa è la festa della Liberazione, dalla guerra, dalla dittatura fascista, dall’occupazione, dalla fame e dalla paura. Siamo qui oggi per difendere la nostra festa nazionale, con il Primo Maggio e il 2 Giugno le feste fondamentali della nostra Repubblica. Per non dimenticare, per ricordare e rispettare i partigiani, e i lavoratori. Per non dimenticare la strage di Piazza Loggia, gli anni sono passati eppure lo Stato italiano non è stato in grado di dirci la verità. Ma noi lo sappiamo, la mano dei fascisti la conosciamo”.

A dire il vero la festa è cominciata ben prima, in via istituzionale partendo dal Cimitero Vantiniano, poi con le canzoni della banda cittadina, un concerto applaudito e apprezzato, e Bella Ciao suonata almeno un paio di volte. In parallelo il corteo dell’ANPI Brescia, e il corteo della Rete Antifascista Bresciana, simbolo di un’intera giornata, cominciata fin dalla tarda mattina nel quartiere del Carmine, in Via Fratelli Bandiera, con la pastasciuttata del 25 Aprile, la rievocazione di quella storica mangiata che la famiglia Cervi volle offrire alla città per festeggiare la caduta del regime fascista. “In fondo è giusto così, il 25 Aprile è una giornata di festa – ci racconta Valter Longhi della Rete Antifascista – Anno dopo anno il nostro è un crescendo di partecipazione, e il nostro lavoro è quella di riempirla di contenuti politici. Vogliamo attualizzare il significato della Liberazione, di punti comuni ce ne sono parecchi, di argomenti su cui discutere pure”.

Lo sguardo di Antonio Gramsci capeggia da uno striscione, sulle magliette qualche Che Guevara, in cima al corteo il perentorio ‘Fuori i fascisti da Piazza Loggia’. E in serata la festa è continuata a Ghedi, dove negli ultimi tempi le cose hanno preso una brutta piega, e il Consiglio Comunale ha addirittura approvato un ordine del giorno di solidarietà a Casa Pound. “Non dobbiamo dimenticarci che le pagine più buie della nostra storia le dobbiamo ai fascisti – continua Longhi – Dal ventennio del regime alla guerra, le repressioni e perfino la strage della Loggia. La nostra lotta non è anacronistica, anzi. E’ sempre attuale, per rispondere a chi fa del revisionismo, a chi invece vuole sostenere i movimenti della nuova destra, a chi questi movimenti li vede e poi fa finta di niente”.

25 Aprile a Brescia - © Bresciatoday.it


In piazza, e nel corteo, la dedica ai partigiani, ai lavoratori, a quelli della Val di Susa. Tante le bandiere NO TAV, tante le motivazioni: “L’opposizione alla TAV è uno dei simboli del nostro tempo. Una zona militarizzata come mai si era visto dal dopoguerra, un’intera popolazione che lotta e stringe i denti, per difendere i propri diritti”. Poi la critica al Governo Monti, al Governo delle banche: “Stanno strangolando lo Stato sociale, lo stanno colpendo giorno dopo giorno. Calpestando i diritti dei lavoratori, dei pensionati. E la continua repressione di qualunque iniziativa che vuole contrastare la nuova politica del neoliberismo”.

La Rete Antifascista Bresciana è nata solo pochi anni fa, raccoglie tante storie e tante idee. “Senza una struttura organizzativa, senza segretari e senza un direttivo – ci tiene a precisare ancora Valter Longhi – Storie diverse che prendono nuova forza proprio perché si riuniscono sotto un’unica grande sigla, la sigla degli antifascisti. Le decisioni le prendiamo così, e sempre in maniera assembleare”. Un modo di fare politica che insieme è nuovo e insieme è antico, in vista di una lunga lotta di opposizione all’Europa dei potenti, e anche se tra i cimeli si vede pure la foto di Togliatti non va dimenticato che “lo spirito dell’internazionalismo è implicito allo stesso movimento operaio”. Mentre in Piazza Rovetta qualche giovane prova ad appendere le lettere dei condannati a morte della Resistenza, italiana ed europea. Lettere che sono rimaste poco, e che poi sono state rimosse. Quelle rimaste le hanno lette in tanti, in mezzo a quelle parole si celano grandi ideali, ideali che vanno oltre, e per davvero.

“Sono morte le foglie dinanzi alla mia finestra. L’ultima è caduta, e anche l’ora mia estrema è giunta. Le foglie debbono cadere, e decomponendosi diventano concime. E così anche noi moriamo per un avvenire più bello, altro non siamo che il concime della civiltà. Senza il nostro morire non c’è vita nuova, non c’è avvenire. E’ una bella sensazione, ragazza mia, l’aver portato il proprio, piccolo contributo a questa evoluzione. La morte è un fenomeno naturale, ogni creatura deve morire. Ma chi sacrifica la propria vita per la sua causa, con la sua stessa morte compie un’azione. E così, per finire, ripeterò le tue parole. Oltre lo spazio, oltre il tempo. Addio, mia piccola Eva”. (Hermann Dauz)

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