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Cronaca Dello

La favola di Natale dell'eroina animalista: salvati quasi 2 mila cani

Elda Peli si prende cura, da più di 10 anni, dei cani che nessuno vuole, perché molto malati o troppo grandi, ospitandoli a casa sua e a sue spese finché non trova una famiglia che li adotti

Lorena vagava sull’Etna in cerca di qualcosa da mangiare, di un riparo dalle gelide correnti, poteva contare solo sul fratellino Lukas. Ora è stesa su un morbido cuscino a quadretti bianchi e rossi, cullata dal caldo vento creato da una stufa a pellet. Accanto a lei una ciotola di croccantini e 8 mani pronte a carezzarle il morbido pelo color miele. Trovata da una volontaria siciliana è ‘volata’ al Nord per essere consegnata nelle mani di una donna che da più di 10 anni dedica ogni istante del proprio tempo libero a trovare una famiglia ai cani randagi, abbandonati, malati e anziani.

Quello di Lorena - ribattezzata Islanda dalla nuova famiglia rezzatese - è uno dei tanti happy ending scritti da Elda Peli, che di sé e dello sconfinato amore per i cani non ama parlare. Ai giornalisti che la contattano per un’intervista risponde che non vuole pubblicità. Non è certo per essere elogiata ed osannata che da più di 10 anni si prende cura dei cani che nessuno vuole, perché molto malati o troppo grandi, ospitandoli a casa sua finché non trova una famiglia che li adotti. In una decina d’anni dalla sua villetta di Dello, comune della Bassa Bresciana, sono passati 1700 cani, per lo più adulti e con problemi che ne complicavano l’adozione.

Alla guardia giurata per professione, salvatrice di cani per vocazione, si rivolgono associazioni, comuni, canili e cittadini di tutta Italia.  Insomma dove c’è un cane da salvare interviene Elda che si occupa - a sue spese e delle volontarie con cui collabora - di effettuare tutta la trafila burocratica: l’iscrizione all’anagrafe, il trasporto, la profilassi sanitaria. Tutto rispettando le norme dettate dall’Asl. Una volta arrivati a Dello, la padrona di casa dedica ai trovatelli tutte le attenzioni di cui necessitano. Poi scatta la fase due: Elda  si consuma i polpastrelli sulla tastiera del computer finché non trova qualcuno che si innamori dei nuovi arrivati.  

“La fase di stallo deve durare il meno possibile - spiega - Una volta che arrivano qui mi prendo cura di loro, ma allo stesso tempo mi impegno a trovargli una nuova casa il prima possibile, perché si abituano rapidamente e più tempo passano da me più c’è il rischio che vivano il nuovo trasferimento come un abbandono.”

D’altronde nella Casa di Gian - così Elda ha ribattezzato la sua abitazione e la sua attività - i cani non vivono nei box, ma all’interno delle quattro mura, partecipando attivamente alla vita famigliare.“Ogni cane che arriva è intestato a me, la prima cosa che faccio è  cercare di conoscerli e di capirne il carattere per poi spiegarlo alle persone che vogliono adottarlo e consigliare loro il cane più adatto in base alle  esigenze, alle abitudini e allo stile di vita.” Ogni adozione riuscita è una vittoria, ma anche un pezzo del grande cuore di Elda che se ne va. 

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