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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cromo nell’acqua potabile: per Brescia nuovo record europeo

Non esiste città in Europa con una media di 10 microgrammi per litro: Brescia batte tutti anche grazie ad una legislazione contraddittoria. Il limite di falda infatti è pari a 5 microgrammi, dal rubinetto sale a 50

Acqua inquinata, ma nei limiti di legge. Eppure nessun sospiro di sollievo da chi con quell’acqua potabile ha a che fare ogni giorno dell’anno. Confrontando i più recenti dati ASL con quelli più ‘antichi’ dello scorso febbraio infatti salta subito all’occhio che la concentrazione di cromo esavalente nelle acque dei pozzi cittadini è in continuo e costante aumento.

Niente ‘scarico libero’ da parte delle fabbriche ma naturale ‘discesa’ di quanto invece è già stato svuotato nei corsi d’acqua negli anni addietro. Il cromo infatti è parte integrante del processo di lavorazione dei metalli: a Brescia, e in Valtrompia, la prima industria in assoluto, per quantità lavorate o prodotte, per numero di aziende sul territorio.

Sono almeno tre i pozzi che fanno scattare l’allarme, fortunatamente tutti al di fuori della cosiddetta “rete acquedottistica”: il Folzano Uno, con 69 microgrammi di cromo per litro, e il Folzano Due, fermo a quota 52, oppure il Sereno Uno, anche qui siamo a quota 52.

A far strano è pure la legge: se il limite è di 5 microgrammi per litro per l’acqua di falda, magicamente cresce di dieci volte, fino ai 50 microgrammi per litro nell’acqua che fuoriesce dai rubinetti. Un limite vecchio di 15 anni, e che non trova eguali in giro per il mondo: l’Organizzazione Mondiale per la Sanità OMS ha fissato il limite di legge a 2 microgrammi, lo Stato della California addirittura a 0,02. Cinquecento volte di meno.

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