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Cronaca

Centri massaggi a luci rosse: sequestrati beni per due milioni

Il blitz degli agenti della Questura di Brescia a conclusione di una lunga serie di indagini, inaugurate ancora nel 2012: sequestrati a imprenditori cinesi operanti in provincia ben 15 attività, tra cui centri massaggi e ristoranti

Sei beni immobili e ben nove attività commerciali sequestrate, tra cui noti e frequentatissimi ristoranti cinesi della provincia di Brescia. Il bilancio di un’indagine seguita dalla Questura di Brescia ma con la collaborazione della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia di Milano. A pagare dazio due coppie di cinesi, marito e moglie, che gestivano un giro d’affari anche superiore al milione di euro.

Solo gli immobili sequestrati infatti potrebbero valere ben il doppio. Fulcro dell’attività illecita sicuramente i centri massaggi, sparsi qua e là in tutta la provincia, città compresa. Dal 2012 in poi tante, troppe segnalazioni: e gli uomini della Questura in borghese che in poco tempo accertavano la palese attività di sfruttamento della prostituzione.

Le ragazze infatti, quasi tutte originarie della Cina, si offrivano ai clienti per poche decine di euro, fino ad arrivare a rapporti sessuali completi. Un blitz coordinato a distanza da parte della Polizia di Stato, che non ha potuto intervenire in tempi rapidi a causa di varie lacune burocratiche, che hanno permesso a parecchi proprietari di intestare le proprie attività ad altri, e a scappare prima del tempo.

Sono stati disposti accertamenti patrimoniali anche su decine di imprenditori cinesi, molti di questi operanti nel bresciano, legati a filo più o meno doppio con le due coppie di cui sopra, che spesso avevano bisogno di contatti per ‘ripulire’ il denaro derivato dallo sfruttamento delle giovanissime costrette a prostituirsi.

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