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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Via Casazza

Brescia, teleriscaldamento: "A Casazza decine di impianti abusivi"

A denunciarlo Gianpietro Federici, residente al centro di un contenzioso giudiziario che dura da più di due anni per una serie di impianti di teleriscaldamento e di produzione di acqua calda "abusivi e illegali", e che coinvolge 156 alloggi nel quartiere Casazza di Brescia

Sedici impianti “illegali” per 156 alloggi del Condominio Giardino, in zona Casazza: otto dediti al teleriscaldamento centralizzato e otto per l’acqua calda sanitaria, realizzati tra il 2001 e il 2002 “senza alcun progetto, obbligatorio per legge, e con il rilascio di una dichiarazione da parte della ditta installatrice di una Dichiarazione di Conformità non corrispondente e post-datata, una certificazione che si sarebbe invece dovuta produrre entro 30 giorni dalla realizzazione, e che arriva nel 2003”; forse per sette di questi non sarebbe mai stata prodotta.

Dura da almeno un paio d’anni la battaglia di Gianpietro Federici, lui che si definisce “un comune cittadino” e che nel condominio ‘abusivo’ ci abita: pochi giorni fa, lo scorso venerdì, lo si è visto di nuovo fuori dal Tribunale di Brescia, con tanto di cartelli recitanti “speranza di verità e giustizia”, mentre la sua storia si è diffusa virale nella rete, anche su Facebook, trovando sulla sua strada apprezzamenti quasi bipartisan, dall’area grillina a quella PDL (complice anche un ironico cartello su “santa Nicole Minetti”) passando perfino per Scilipoti e Giannino ma lui, Gianpietro Federici, nel suo parlare si chiede anche “che fine abbia fatto il PD, o che intenzioni abbiano i soggetti politici emergenti".

Una lunga trafila giudiziaria cominciata agli inizi del 2011 con due “esposti-denuncia” sulla questione, “l’illegittima trasformazione di un impianto di teleriscaldamento centralizzato, con l’abusiva realizzazione di otto nuovi impianti di teleriscaldamento e otto nuovi impianti di produzione dell’acqua calda” che di anni alle spalle ne hanno già una decina e, spiega ancora Federici, “si pongono come reato permanente perchè sono impianti che continuano a funzionare, per l'acqua calda giorno e notte, nonostante siano pericolosi e ormai obsoleti e su cui nessuno si è voluto dichiarare competente”.

La trasformazione è stata avviata tra il 2001 e il 2002 con una doppia delibera “nulla e contestabile”, procedure per Federici illegittime e che hanno coinvolto diversi enti pubblici, “l’ex IACP ora ALER, ex ASM ora A2A, il Comune di Brescia, l’ASL di Brescia, l’ISPESL, i Vigili del Fuoco, un avvocato difensore responsabile di gestione unilaterale, il Tribunale di Brescia”. Un bel malloppone di “fasi illegali”, riassunte in più d’un documento, punto dopo punto: dalla richiesta all’ASM di preventivo e contratto “senza autorizzazione della proprietà” alla “mancanza della dichiarazione di idoneità dei locali”, dal mancato rispetto “della normativa di sicurezza degli impianti” alla mancanza di qualsiasi “autorizzazione ISPESL”, l’Istituto Superiore che si occupa proprio di Sicurezza.

condominio il giardino-2Nel mezzo anche “qualche conflitto d’interesse”, il Consulente Tecnico d’Ufficio CTU che è pure Consulente Tecnico di Parte e che, ancora Federici, “allora avrebbe dovuto autodenunciarsi”, oltre ad “un noto personaggio politico che, strana coincidenza, in quel condominio ci abitava”, di modo che “tutti gli enti pubblici interrogati, per competenza, nel merito dell’illecita gestione, hanno tutti dichiarato la loro non incombenza, passandosi così il cerino acceso tra di loro”.

La vicenda giuridica è poi passata da Brescia a Venezia, al pensionato Federici è costata una somma esorbitante e una casa ipotecata, in attesa non di una sentenza ma di una nuova udienza, “mentre ancora aspetto l’applicazione dell’articolo 331 del Codice di Procedura Penale, secondo cui quando il magistrato viene a conoscenza di un reato penale, durante un procedimento civile, è obbligato a trasmetterlo al PM".

“La legge non è uguale per tutti – conclude Federici – e non è una provocazione, è la realtà. Amara e confermata dagli avvenimenti che si ripetono quotidianamente e che sono agli onori delle cronache. Il problema che non viene toccato è l’abusivismo, un centro d’affari enorme che colpisce non solo i cittadini ma anche tutte quelle ditte oneste che lavorano a norma di legge ma che per questo vanno fuori mercato, a vantaggio di quelle ditte 'disinvolte' che sarebbero invece da sospendere e cancellare dall’elenco delle imprese partecipanti alle gare d’appalto: un vero paradosso in cui i ruoli vengono addirittura invertiti, e chi si fa pagare di meno ma magari compie irregolarità agli occhi dei più diventa onesto. Chissà poi quante sono le situazioni simili in tutta Brescia, e in tutta Italia, di cui la gente ancora non sa nulla. Chissà quali sono i rischi reali, visto che per simili realizzazioni le assicurazioni non sono tenute a rispondere in caso di incidenti. Abbiamo bisogno di una giustizia che intervenga con il bisturi, contro tutti quelli che agiscono illegittimamente: per questo mi rivolgo a tutti i cittadini, in particolare a quelli che soffrono per le ingiustizie patite, per incoraggiarli a non arrendersi mai davanti a palesi violazioni di legge subite. Solo riuscendo a far emergere la verità si riesce poi a combattere e, forse, a sconfiggere le persone che vivono di espedienti in una diffusa illegalità”.

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