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Cronaca

Preti e allenatori pedofili, l’incubo dell’Aids: dal web al sesso con ragazzini

Claudio Tonoli, l'untore di Collebeato, è l'unico bresciano finito nell'inchiesta per pedofilia condotta dai Carabinieri di Brescia, che ha portato ad 11 arresti

BRESCIA. Un altro inquietante particolare emerge dall’inchiesta per pedofilia condotta dai Carabinieri di piazza Tebaldo Brusato e coordinata dalla procura  di Brescia. Tra gli 11 uomini accusati di avere avuto rapporti sessuali a pagamento con ragazzini, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, c’è anche Claudio Tonoli, il 56enne con L’Hiv già finito ai domiciliari in seguito all’operazione “Baby Parking”  condotta dalla Locale di Montichiari. L’untore di Collebeato potrebbe quindi avere contagiato altri minori.

VIDEO: ecco dove avvenivano gli incontri

La maggior parte degli arresti ha riguardato uomini residenti nella bassa bergamasca, ma provvedimenti cautelari sono stati eseguiti anche a Milano, Monza e Pavia. Sono finiti in manette: il parroco di Solza, un allenatore di una squadra di calcio giovanile di Treviglio, un agente della Polizia Locale in servizio a Boltiere e di casa ad Albino. Tra glia accusati ci sono impiegati, assicuratori, idraulici, allevatori e anche ‘insospettabili’ padri di famiglia. Le persone indagate in stato di libertà sarebbero invece circa una ventina (tra cui un volto noto della televisione).

L’inchiesta dei militari di Brescia, coordinati dal Colonnello Giuseppe Spina, è partita dalla denuncia effettuata dalla madre di uno dei 4 ragazzini che offrivano prestazioni sessuali in cambio di soldi (le ‘tariffe’ andavano dai 20 ai 100 euro). La donna avrebbe scoperto alcuni messaggi sul telefonino del figlio, avviando un indagine personale che l’avrebbe portata a scoprire i rapporti che il ragazzo intratteneva sul web con alcuni adulti.  Erano invece all’oscuro di tutto i genitori degli altri adolescenti coinvolti, tra cui ci sono anche due fratelli. I 4 giovanissimi si conoscevano e si frequentavano da tempo, abitando a poca distanza l’uno dall’altro. 

I contatti con gli adulti avvenivano sul sito d’incontri Badoo, a cui i giovani si erano iscritti fingendo di essere maggiorenni. Una volta stabilito un rapporto virtuale con gli adultii, gli adolescenti ammettevano di non avere ancora compiuto18 anni. In chat si stabilivano orario e luogo degli incontri, che nella maggior parte dei casi avvenivano nei parchi e nei parcheggi interrati dei centri commerciali, ma anche al cimitero di Bergamo e in alcune occasioni anche a casa degli adulti.

I rapporti non si limitavano alla prestazione sessuale, molto spesso gli accusati portavano gli adolescenti fuori a cena, in alcuni fast food, in modo da approfondire la conoscenza.

“Sesso con ragazzi all’oratorio,
si masturbava col rosario”

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