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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

A caccia con ruspa e smartphone: è strage di specie protette

Sequestrati 17 fucili e altrettanti cacciatori denunciati. Uno di loro ha persino usato una ruspa per scavare una profonda buca dove nascondersi, un altro utilizzava invece il telefonino come richiamo acustico: "Ma i massacri dei cacciatori continuano anche all'estero"

Nuovo weekend di fuoco e altri 17 cacciatori denunciati dalle Guardie WWF Lombardia in soli tre giorni di attività nelle province di Brescia, Milano e Pavia, per i reati di abbattimento di specie protette, utilizzo di richiami acustici elettromagnetici vietati e maltrattamento di animali. Uno cacciatore è stato inoltre sorpreso a scavare con una ruspa una profonda buca, in cui si era posizionato con un richiamo acustico elettromagnetico acceso.

Le operazioni portate a termine degli agenti della Polizia provinciale hanno permesso il sequestro di 17 fucili, 11 richiami acustici elettromagnetici vietati, un telefonino usato come richiamo acustico, 113 uccelli morti (pettirossi, cinciarelle, cinciallegre, fringuelli, frosoni, pispole, allodole e una tortora dal collare) e 5 uccelli vivi .

Un cittadino di Cologne che utilizzava tre reti da uccellagione, con richiami vivi anche di specie protetta, è stato denunciato anche per i reati di uccellagione e furto ai danni dello Stato. Spetta proprio alla provincia di Brescia il record di cacciatori denunciati: 9 tra i Comuni di Lonato, Capriano al Colle, Dello, Chiari e Castenedolo, 3 in trasferta nel pavese ed uno in provincia di Milano.

"Ben 34 cacciatori denunciati in due settimane ben rappresenta la situazione lombarda - afferma Antonio Delle Monache, Coordinatore delle Guardie Volontarie del WWF -. La legge italiana e le direttive europee in difesa della fauna selvatica sono sistematicamente infrante. I richiami acustici vietati vengono usati quasi ovunque".

In queste stesse ore, migliaia di cacciatori italiani sono in azione anche in Romania e, a leggere i messaggi sui forum venatori, ogni cacciatore spara centinaia di colpi in una sola mattinata; sempre con l’ausilio di richiami acustici elettromagnetici, nonostante siano vietati anche in Romania. I sequestri operati negli ultimi anni, con dei carichi anche da decine di migliaia di esemplari uccisi, confermano sono la prova concreta dei massacri commessi all’estero.

Le conseguenze per la fauna volatile sono davvero drammatiche: "L’allodola sta subendo un drastico calo della popolazione - spiega ancora Delle Monache -. Abbattimenti indiscriminati nei tour venatori all’estero e nelle nostra regione possono rappresentare anche nel breve periodo una minaccia senza via di ritorno".

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