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Cronaca Chiari / Via Tito Speri

Alloggio assegnato ai nomadi, gli inquilini insorgono

Succede a Chiari, in una palazzina di via Tito Speri, dove le famiglie attualmente residenti si dicono preoccupate dall’assegnazione di un appartamento ai nomadi

Dal 2006 vivono in una cascina a nord del paese, ma è giunta l’ora di trasferirsi in centro. L’assegnazione di un appartamento Aler ad una famiglia di nomadi, quella di Bruno Cari, che da anni staziona a Chiari, è al centro di una polemica tra i residenti della palazzina e l’amministrazione comunale clarense, e in particolare il sindaco. 

La famiglia Cari è stata, al pari delle altre, cacciata dal campo nomadi di via Roccafranca dal precedente sindaco di Chiari, l’ex senatore leghista Sandro Mazzatorta. A distanza di dieci anni, maturati i diritti e scalata la graduatoria per l’assegnazione delle case popolari, Bruno e i suoi familiari stanno preparando in questi giorni (la casa sarà disponibile dal primo marzo) il trasloco in via Tito Speri. Ma c’è chi è preoccupato. 

Ad esprimere la propria contrarietà al trasferimento sono alcuni degli altri inquilini della palazzina dove vivono nove famiglie, cinque delle quali proprietarie dei loro appartamenti, riscattati all’Aler. I timori sono dovuti ai possibili problemi di convivenza (feste notturne? schiamazzi?), alle possibili insolvenze per spese condominiali e manutenzioni ordinarie e infine per l'ipotizzata perdita di valore dell’immobile. Il sindaco Massimo Vizzardi, interpellato dal giornalista di Bresciaoggi, dove è riportata la notizia, spiega: «Tutto alla luce del sole, senza alcuna procedura specifica per la famiglia in questione. Non c’è nessuna novità rispetto agli anni passati, quando erano stati preparati i bandi per l’accesso alle case popolari. E di certo un Comune non può opporsi a tale assegnazione, pena inutili spese legali per ricorsi e cause».

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