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Cronaca Artogne

Lavoratori in nero e clandestini: chiusa fabbrica abusiva cinese

La maggioranza dei 'dipendenti' sono bresciani: tutti senza contratto.Nella fabbrica i Carabinieri hanno trovato anche tre cittadini cinesi (di cui una priva di permesso di soggiorno) che dormivano in un'improvvisata camera da letto

ARTOGNE. Un'attività inesistente per il comune, ma che dava lavoro - in nero - anche agli operai della Valle Camonica. Una fabbrica - dormitorio gestita da una 52enne cinese - scoperta e fatta chiudere dai Carabinieri della locale stazione e da quelli di Breno.  

I controlli effettuati dai militari hanno permesso di individuare 11 'dipendenti' intenti a cucire abiti, ma sprovvisti del regolare contratto. A preoccupare è soprattutto un dato: la maggioranza dei lavoratori  - ben sette - sono bresciani e risiedono in Valle. Solo 6 gli asiatici, tutti regolari e residenti ad Artogne. Una situazione allarmante, ma non certo nuova: vista la crisi del mercato del lavoro, molti italiani rinunciano anche ai diritti più basilari pur di portarsi a casa uno 'stipendio'.

La fabbrica era inoltre provvista di una 'camera da letto', dove gli operai che svolgevano il turno di notte potevano 'riposare'. Proprio nei letti improvvisati, i Carabinieri hanno trovato altri 3 lavoratori cinesi, di cui una ragazza clandestina, che è poi stata accompagnata al C.I.E di Ponte Galeria (Roma) per le operazioni di espulsione. 

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