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Cronaca

Alcol e sedativi, muore padre di famiglia: sotto accusa due medici bresciani

E’ fissata al 16 giugno prossimo l’udienza del processo che vede coinvolti due medici bresciani, indagati per la morte di Antonio Scaletta e rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo

Sono due i medici bresciani a processo per la morte di Antonio Scaletta, 51enne originario di Sassari ma residente a Mantova, che all’alba del 18 novembre 2016 morì in ospedale dopo un ricovero coatto. Sono già stati sentiti dal giudice nel corso dell’udienza preliminare, la prossima è fissata per il 16 giugno: gli imputati sono un 37enne di Montichiari, medico di pronto soccorso, e un 54enne di Brescia, psichiatra.

Erano loro di turno all’ospedale Poma di Mantova la sera in cui venne ricoverato Scaletta. Il 51enne venne sottoposto a Tso, Trattamento sanitario obbligatorio, a seguito di una serie di escandescenze incontrollabili: fu la sua vicina di casa a dare l’allarme. Sul posto si precipitarono ambulanza e polizia.

Morto all’alba, a poche ore dal ricovero

Scaletta venne portato in pronto soccorso, e poi ricoverato in Psichiatria. Dove rimarrà però soltanto poche ore: morirà infatti ancora prima dell’alba. Ed è qui che l’accusa punta il dito contro i due medici bresciani: a causare il decesso, infatti, sarebbe stato un dosaggio errato di farmaci sedativi, che insieme all’alcol ingerito dall’uomo quella sera avrebbero scatenato un cocktail micidiale.

A poche ore dal ricovero Scaletta morirà per un arresto cardiocircolatorio. A oltre due anni dall’accaduto ci sono anche i familiari che chiedono venga fatta chiarezza sull’accaduto: si sono costituiti parte civile sia il fratello che la moglie e i due giovani figli dell’uomo.

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